Claudio RANIERI



In carica dall'11 Marzo 2019 (27a - Roma-Empoli) al 26 Maggio 2019 (38a Roma-Parma)
Record: V: 6  N: 4  P: 2
Classifica: 6°posto (play off Europa League)


Chiamato in tutta fretta a sostituire Eusebio Di Francesco esonerato dopo la brutta sconfitta di Oporto negli ottavi di Champions, Claudio Ranieri si siede per la seconda volta sulla panchina giallorossa a nove anni di distanza da quella maledetta corsa scudetto persa per un soffio contro l'Inter di Mourinho. Lo scenario purtroppo è completamente differente da allora e il Sor Claudio deve subito fare i conti con una classifica severa (si oscilla tra sesto e ottavo posto) e una squadra allo sbando, in preda a nervosismi di ogni tipo e ad infortuni quotidiani che rendono l'impresa di abbozzare un undici base ancora più impervia. L' obiettivo è obbligato: tentare di centrare, in poco più di due mesi, il quarto posto e la qualificazione in Champions League. Dopo un duro lavoro di "normalizzazione" e di rafforzamento difensivo, che culmina con una sensibile risalita in classifica ( -1 dal posto Champions) e con la bella vittoria all'Olimpico contro la Juve, la Roma cala però proprio in prossimità del traguardo. I pareggi contro Genoa e Sassuolo lasciano i giallorossi fuori dall'Europa che conta e, nonostante il commovente tributo dei tifosi durante l'ultima di campionato contro il Parma, Ranieri, anche consapevole di un prossimo ridimensionamento tecnico da parte della società, decide, tra le lacrime, di passare la mano.

       

Claudio Ranieri ha chiesto ai giocatori della Roma di 'morire in campo'

Prima conferenza stampa del nuovo tecnico giallorosso alla vigilia di Roma-Empoli

10 Marzo 2019, AGI di Stefano Bassi

A poco più di 8 anni di distanza dalla sua ultima volta in giallorosso, Claudio Ranieri si appresta ad iniziare una nuova avventura sulla panchina giallorossa. Scelto come uomo ideale per guidare la squadra verso l'unico obiettivo rimasto in questa stagione, ovvero un posto che garantirebbe l'accesso alla prossima Champions League, Ranieri è chiamato a far rialzare la Roma dopo un periodo nero, cui sono seguiti l'esonero di Di Francesco e la fine della parentesi romanista di Monchi.
Dodici tappe per cercare di riportare la Roma nel panorama europeo più importante, un ultimo scorcio di stagione per riportare serenità in un ambiente che il tecnico testaccino conosce molto bene: "È un momento difficile però mi sento pronto - esordisce Ranieri - è sempre un'emozione tornare qui, di solito quando si cambia società ci sono sempre stimoli particolari, ma qui a Roma è tutto più speciale, per noi tifosi è così. Io mi aggrappo proprio ai tifosi e alle motivazioni che hanno i giocatori. Per saper reagire c'è bisogno che la tifoseria ami i giocatori e che ci stia vicino perché a noi serve la loro spinta. La squadra deve arare il campo, ogni giocatore deve sprizzare rabbia e determinazione. Gli errori poi ci stanno, ma si deve morire in campo. Le motivazioni sono la base di tutto, l'obiettivo Champions è a portata di mano e saranno importanti le prossime due partite e l'aiuto della gente romana e romanista, da soli non ce la posso fare".

Ancora: "Dzeko e Schick possono giocare assieme? Certo, per me devono farlo. Patrick è un fenomeno, ad Oporto è entrato con una rabbia e una volontà impressionante, sono convinto che se riesce a sbloccarsi i tifosi s'innamoreranno di lui. In queste 12 partite nulla sarà facile - conclude il tecnico - ma non si può mollare alle prime difficoltà, voglio giocatori che non si arrendano mai".

"Che fa mister? Dove sta?" È iniziata cosi' la chiamata tra Francesco Totti e Claudio Ranieri, con cui l'ex Capitano giallorosso è riuscito a convincere il tecnico a tornare sulla panchina della Roma. Lo ha raccontato lo stesso allenatore. Pochi scambi di battute, poi il sì inevitabile: "Mi avesse chiamato un'altra società avrei rifiutato, ma alla Roma non potevo dire di no - chiosa l'allenatore romano - è questione dell'essere tifoso e amante di questi colori. Roma dà delle emozioni che in altri posti non si possono conoscere, qui si vive calcio tutti i giorni. Di Francesco? Non l'ho sentito, capisco l'amarezza quando si viene esonerati ma ho fatto un tifo spaventoso per lui, anche l'anno scorso. È un professionista esemplare e un gran lavoratore, purtroppo tutti fanno degli errori".



Roma, Ranieri: "Arrivare in Champions sarà dura anche il prossimo anno. De Rossi? Lo voglio pronto per il Parma"

LA REPUBBLICA 18/05/2019 Il tecnico giallorosso recrimina per la mancata vittoria col Sassuolo ("Siamo stati sfortunati") e guarda già avanti: "Il nuovo allenatore dovrà ricreare uno spogliatoio e decidere su quali giocatori puntare. Il primo obiettivo, realisticamente, sarà l'Europa League"

REGGIO EMILIA - "Non siamo stati fortunati, pazienza". E' un Claudio Ranieri affranto e quasi rassegnato quello che commenta lo 0-0 con il Sassuolo che, di fatto, fa abdicare la Roma dalla corsa Champions. "Forse dovevamo essere più cinici, più pronti in determinate occasioni, soprattutto nella ripresa quando abbiamo aspettato il momento giusto per dare fondo a tutte le energie. Squadra distratta dalle contestazioni? Io ho preparato la gara come sempre, non ho nulla da rimproverare ai ragazzi, hanno disputato una buona gara. Loro sono bravi nel giocare con pochi tocchi e a mandarci spesso fuori giri. Gli ingressi di Pastore e Kluivert? Erano mosse da dentro o fuori, peccato non aver ripetuto quanto fatto contro la Juventus quando i cambi sono risultati fondamentali"

DE ROSSI? MAI PENSATO DI FARLO ENTRARE OGGI, GIOCHERA' DOMENICA - De Rossi, alla sua ultima trasferta in giallorosso, è stato tenuto in panchina. Ranieri spiega: "Non ho mai pensato di farlo entrare, lo voglio pronto per domenica perché sarà la sua festa. Ho invitato i tifosi allo stadio perche' è quello che merita un capitano del genere. è entrato a 11 anni nella Roma e deve sentire l'amore del pubblico romano. Non dico che faccio un appello, i tifosi sono padroni di fare quello che vogliono, ma bisogna stare vicino a Daniele in un momento per lui difficile. Non lo vedo sereno ma è normale". Il tecnico giallorosso ribadisce che l'addio al proprio capitano la società poteva gestirlo meglio Capisco perfettamente che la proprietà voglia fare le cose in una certa maniera, ma ci sono giocatori che vanno considerati diversi da altri, tutto qua".

SARA' DURA TORNARE IN CHIAMPIONS ANCHE IL PROSSIMO ANNO - Ranieri a fine stagione andrà via ma prevede un futuro difficile per la Roma: "Lo scorso anno si era fatto un bel campionato, si era creato qualcosa dentro lo spogliatoio. Alcuni giocatori che avevano fatto ottime cose di punto in bianco sono stati venduti e rimpiazzati con ragazzi validi ma che devono fare esperienza. C'è stato un contraccolpo psicologico e i senatori forse non hanno aiutato chi è arrivato. Quando sono arrivato ho trovato una squadra non giù fisicamente ma moralmente, io penso che Di Francesco abbia fatto bene, le idee la squadra le aveva anche se differenti dalle mie, si voleva pressare avanti ma non si era pronti, basta che perdi un attimo, arrivi secondo e la squadra ti salta, come ha fatto il Sassuolo qui con noi. Sono situazioni che bisogna gestire, io ho lavorato mentalmente per dei giocatori che avevano il morale sotto i tacchi in quel momento.Il nuovo allenatore che verrà dovrà decidere su quali giocatori puntare. Ma non penso che pronti, via si potrà lottare per la Champions. Magari per l'Europa League sì..."



Roma, Ranieri: "Emozioni bellissime, grazie a tutti"

LAREPUBBLICA 26.05.2019 - Il tecnico racconta la sua commozione per l'addio: "E' stato speciale, non lo dimenticherò mai. Da tifoso giallorosso auguro il meglio a chiunque mi succederà e a Pallotta di aver capito cosa significa essere il presidente di questa società"
ROMA - "Sono state emozioni bellissime". Claudio Ranieri ringrazia così i tifosi giallorossi per il tributo riservatogli prima, durante e dopo Roma-Parma. Il tecnico si è commosso fino alle lacrime ma nel dopo-gara ha ritrovato il sorriso, scherzando pure: "Io commosso? Ma no, era la pioggia che mi scendeva sul viso...". In realtà è stata una serata toccante anche per lui, non solo per De Rossi. "Chiudevano la stagione, lui giocando qui e io allenando qui. Daniele mi ha detto 'sono contento che finisco insieme a te stasera'. Sono state emozioni bellissime, non le dimenticheremo mai. Ma ora andiamo avanti".
PALLOTTA AVRA' CAPITO COSA SIGNIFICA ESSERE PRESIDENTE DELLA ROMA - Dove Ranieri non lo dice: "Non lo so, è da tanto che alleno anche all'estero, mi sento un allenatore internazionale. Andrò dove ci sarà un progetto importante. Il mio karma dice che dove ci sarà da mettere le toppe mi chiameranno (ride, ndr)". Lascia la Roma con un pizzico di amarezza:  "Volevo portarla in Champions, e mi spiace non essere riuscito in questa impresa, ma vado via soddisfatto e convinto di aver fatto il massimo. Cosa si è perso oggi Pallotta? L'amore, quello per Daniele e per la Roma. Credo però che avrà visto tutto in diretta in America, e ancora di più avrà capito cosa vuol dire essere il presidente della Roma". In chiusura fa gli auguri al suo successore: "Resterò sempre un tifoso della Roma. Chiunque arrivi, l'importante è che faccia bene. Gli auguro il meglio".



Ranieri: "De Rossi meritava un comportamento diverso dalla società" - Il tecnico della Roma difende il capitano dopo l'annuncio del divorzio giallorosso: "Io l'avrei tenuto"

LA REPUBBLICA - 16.05.2019 di FRANCESCO MORRONE 

ROMA - Non sarà affatto semplice per la Roma riuscire a preparare le ultime due partite di campionato. Il terremoto scoppiato nelle ultime 48 ore, con l'addio a De Rossi e la conseguente rivolta popolare, ha sconquassato l'ambiente e rischia di avere strascichi pesantissimi sul finale di stagione. Andare in Champions rimane una missione quasi impossibile, ma c'è pur sempre la qualificazione in Europa League da blindare. E visto come corrono le inseguitrici (Torino e Lazio), non c'è da stare tranquilli. Ieri intanto un centinaio di tifosi ha contestato la dirigenza a Trigoria, ottenendo un colloquio con De Rossi e Ranieri. Proprio quest'ultimo, nella conferenza stampa a due giorni dalla sfida di Reggio Emilia con il Sassuolo, ha difeso nuovamente il capitano giallorosso, spiegando che la società avrebbe potuto scegliere un modo più elegante per comunicargli la fine del rapporto: "A De Rossi andava detto in un altro modo, io da tecnico lo avrei tenuto. Lui ha già la testa da allenatore, mi auguro solo che con il Parma ci sia una grande festa per salutarlo nel migliore dei modi". Proprio in vista della sfida agli emiliani del 26 maggio, dove non è prevista la presenza del presidente James Pallotta, si va verso il tutto esaurito all'Olimpico: soltanto ieri sono stati venduti in mezza giornata oltre 25 mila biglietti.
As Roma, Ranieri difende De Rossi: ''Dipendesse da me lo terrei. So che uomo è, che capitano è''

Condividi   Ranieri, è stata una settimana diversa dalle altre: la partita col Sassuolo pare finita in secondo piano. Una settimana come questa che conseguenze può avere?
"Deve essere uno stimolo positivo, ormai i giocatori sono abituati a tutto. Anche le voci sul futuro allenatore potevano essere uno stimolo negativo, ma i ragazzi non hanno mai mollato. Spero invece che quanto accaduto ci sproni per far bene. Ci sono due partite da completare, abbiamo ancora una piccola possibilità ma dobbiamo avere la coscienza a posto per aver fatto il massimo possibile".

Come stanno fisicamente i giocatori, soprattutto Zaniolo e Pellegrini?
"Stanno tutti bene, Zaniolo riprenderà oggi anche se ha il solito polpaccio indurito. Oggi farà differenziato, mentre gli altri faranno scarico. Per Pellegrini non è nulla di grave, ha il solito vecchio problema che si riacutizza, credo di averlo a disposizione per sabato, sicuramente per la prossima settimana".

Le sono state attribuite delle frasi pronunciate ieri nel confronto con i tifosi: quando le hanno chiesto chi decide nella Roma, lei ha risposto "Testagrigia a Londra e quello che sta a Boston". Sono frasi vere?
"Non mi sembra di aver utilizzato quelle parole, sicuramente quando i tifosi mi hanno chiesto spiegazioni su chi ha deciso la fine del rapporto tra Daniele e la Roma, ho risposto "sicuramente a Londra e in America". Anche perché decide il presidente e la persona che gli sta più vicino".

Questo malessere generale è giustificato per il futuro o se la sente di rassicurare sui progetti per l'immediato futuro?
"Non so quali siano i progetti per il futuro, sicuramente non ne possono aver parlato con me, sapendo che tra due partite finirà il mio rapporto con la Roma: non so che programmi ci saranno. In ogni società di calcio ci sono dei ricambi, per cui ci sta. Anche in Italia grandi squadre hanno perso dei punti di riferimento. Forse a Daniele, essendo il capitano e un giocatore storico, andava detto in un'altra maniera e gli andava dato il modo di pensare bene. Ma è la legge del calcio. La società vuole cambiare, vuole altri giocatori. Come a volte i giocatori scelgono altre società, così le società scelgono allenatori, giocatori e ds. Certo, per una figura così importante, avendo i tifosi un amore viscerale per la squadra, una considerazione più attenta avrebbe consigliato magari un altro comportamento".

De Rossi ha detto che da dirigente si sarebbe confermato. Lei da dirigente cosa avrebbe fatto?
"Io sono l'allenatore. Se mi fosse stato chiesto in quanto tecnico cosa fare con De Rossi, io avrei risposto che l'avrei tenuto, perché so che giocatore e che uomo è, che capitano è".

Si parla molto di Baldini, come viene vissuta la sua figura?
"Con me non incide affatto nel lavoro quotidiano. Inciderà, ma non so che rapporti abbia con il presidente, nel mio lavoro non incide. Non conoscendo cosa faccia, in generale non so".

L’importanza di De Rossi fin dove arriva?
"Si parla spesso di leader, ce ne sono vari: c'è quello per la squadra, per la società, per i tifosi, per i social. E ci sono anche i leader per un allenatore. Daniele è un allenatore in campo, non ragiona in termini di ego fine a se stesso ma per la squadra. Sono i leader che gli allenatori vogliono".

De Rossi ha parlato di Totti, dicendo che da dirigente non ha modo di incidere. Molti tifosi sostengono che dovrebbe lasciare la Roma. Cosa direbbe a Totti?
"Sono decisioni che deve prendere Francesco, so solo che mi ha chiamato lui e in quel momento è stato uno che conta, che decide. Non so a che punto sia all’interno di questa crescita, non si diventa dirigenti subito dopo aver smesso di giocare. Non so quanto sia felice e soddisfatto, sono domande da fare a lui".

Si aspettava una situazione così diversa rispetto alla sua prima esperienza?
"Sapevo di trovare una squadra giù mentalmente, non fisicamente. Le mie forze si sono rivolte a quello, a tirarli su di morale e a riportare senso di appartenenza. Queste cose evidentemente non mi aiutano. Quanto hanno influito le chiacchiere sulla partita di Genova? Non lo so, non si può quantificare. Certo è che ho chiesto l’aiuto ai tifosi e hanno risposto in modo eccezionale, ci hanno aiutato a vincere partite difficilissime e per questo li posso solo ringraziare".

De Rossi ha parlato di Totti, dicendo è un dirigente che non può incidere.
(interviene l'addetto stampa della Roma Gianni Castaldi, ndr) Non ha detto queste parole. Quando riportate una citazione, per cortesia, fatelo in maniera corretta.

Nell’incontro con i tifosi ha percepito la delusione dei tifosi, cresciuta anche dalla conquista della Coppa Italia da parte della Lazio. Lei che è tifoso e si è messo a disposizione, può dare un consiglio alla società e al suo gruppo?
"Non sapendo i programmi, mi è difficile rispondere. Credo che un tema importante sia la costruzione dello stadio, è necessario per programmare una grande Roma. E’ una mia considerazione, fatta sulla base di quello che scrivete voi. Da quando sono arrivato penso solo alla squadra e a far rendere i giocatori al massimo. Non mi sono posti altri problemi, mi sono messo l’elmetto, sono venuto per aiutare e per cercare di fare tutto al meglio".

Si è sentito supportato dalla società? Cosa direbbe ora ai tifosi della Roma?
"Roma è una piazza particolare, il tifoso si sente partecipe in tutto e per tutto. Per questo quando l'Olimpico è pieno ti spinge e ti permette di fare cose che in altri stadi sarebbero impossibili. Spesso si rimprovera la distanza del presidente, ma io ne ho trovati pochi di presenti nella mia carriera. Il vecchio presidente del Leicester l'ho visto più ora che quando era il mio presidente. Al Chelsea, tra tutti gli allenatori, sono stato l'unico a vedere spesso Abramovich: credo che Ancelotti l'abbia visto poco e che pure Sarri non l'abbia mai visto. Ma sono situazioni che capitano, ti danno una squadra e quello che succede al di fuori non ti interessa. L'importante è che la squadra vada bene e che quando c'è un problema ci sia qualcuno che lo risolve. Questo conta per un allenatore: non è importante la presenza di un presidente. E' importante che tutto vada come deve andare. A qualcuno importa della partita con il Sassuolo?".

Ha avuto modo di parlare con De Rossi? Come l’ha visto?
"Sembra strano, ancora ci devo parlare (ride, ndr), non abbiamo ancora avuto 5 minuti per noi. Ma l’ho visto bello determinato, come sempre. Certo, dentro di se sarà ‘squassato’, non dormirà la notte, ma chi ha dato tutto e giocato magari anche non al 100% l’ha fatto per l’attaccamento alla maglia, ai tifosi e alla squadra. Una notizia del genere ti sconvolge, è normale, ma ci devo ancora parlare".

A Reggio Emilia sarà una Roma con il 4-3-3 o con il 4-4-2?
"Vediamo, sto studiando, il Sassuolo è una squadra organizzata: ho visto la gara d’andata e mi sto facendo un’idea. Vediamo quale sistema mi convincerà di più".

De Rossi giocherà a questo punto? Sul suo futuro, cosa gli consiglierebbe?
"Daniele vuole continuare a giocare, l’ha detto ed è giusto che sia così. Ha già la mentalità da allenatore, ne ha uno in casa, il padre, e pensa al bene di tutto. Ha una visione d’insieme. Parlerò con lui. Faccio un appello ai tifosi. Spero che l’ultima partita all’Olimpico sia una festa per Daniele. Il tempo delle contestazioni ci sarà, ma che sia per Daniele e per la Roma una dimostrazione d’amore. E’ la cosa più importante".



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