martedì 3 luglio 2012

ITALIA - SPAGNA 0 - 4 - L' Italia finisce a brandelli ma merita comunque gli applausi





Finisce molto male l’avventura europea degli Azzurri in terra di Ucraina. Nel 4 a 0 infertoci dagli spagnoli durante la finale di Kiev riaffiorano, in maniera inesorabile, i limiti tecnici di questa Nazionale già notati nelle ultime due gare della fase a gironi. Nonostante ciò, dobbiamo comunque fare un grande applauso all’Italia per il cuore e l’impegno profuso in tutto l’arco della competizione e per il risultato raggiunto, un secondo posto che un mese fa sembrava essere cosa improponibile.

Detesto i "grazie lo stesso" ma stavolta i ragazzi ce l’hanno messa tutta. Nonostante fossero lontani parenti degli undici di Sacchi o di Vicini, gli Azzurri, durante il cammino della rassegna continentale, hanno ribaltato ogni pronostico. Fatale è stato forse l'arrivare all'atto finale fisicamente provati ed acciaccati dai duri match disputati contro l’Inghilterra e la Germania.

In particolare, voglio sottolineare l’Europeo di Daniele De Rossi, non tanto per romanismo di parte, ma quanto per il furore agonistico che DDR ha impresso ad ogni gara disputata nel torneo (anche ieri sera ha lottato stoicamente con un vistoso taglio sulla gamba).

Fa impressione vedere Montolivo più triste del solito e abbarbicato su un fiore di cartongesso


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Prandelli, invece, ha perso la bussola nella serata più importante della sua carriera. Fare il chihuahua ringhiante dentro la tana delle tigri al fine di mascherare mal di vertigini e cerotti non è stata un'idea brillante. Un "piccolo" errore di valutazione, peraltro non commesso nella prima gara contro la Spagna, che di fronte a uomini del calibro di Xavi, Iniesta, Ramos e Fabregas, stavolta si è rivelato fatale.

La stima delle condizioni fisiche di Chiellini, arrivato più o meno a Kiev nelle condizioni di Dorando Pietri sul traguardo di Londra, sarebbe dovuta essere letta in modo più accurato, ma è pur vero che, ricordandoci da dove eravamo partiti, a questa Italia era impossibile chiedere di più dal puro punto di vista tecnico. Se togliamo le invenzioni di Pirlo e gli acuti di Balotelli e Cassano visti contro la Germania, quando la forma fisica va in calo, il quadro generale degli Azzurri rimane quello di una Nazionale tosta ma tecnicamente limitata.Si è detto pure che Prandelli avrebbe potuto far ruotare la squadra nelle partite precedenti inserendo Giovinco, Borini o Angelino Ogbonna ma, probabilmente, in caso di sconfitta, sarebbe stato messo sulla graticola assieme agli inesperti ragazzi senza neanche l’onore delle armi che oggi la stampa gli ha concesso. C'è poco da girarci intorno: giunto al giro decisivo della roulette russa, una decisione, il nostro, doveva prenderla. E, ahinoi, ha preso quella sbagliata.

Siamo arrivati bolliti sul più bello. Balotelli va ko dopo un vigoroso intervento da parte di una Furia Rossa.


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Il divario tra Italia e Spagna rimane puramente di natura tecnica e strutturale. Un percorso che gli Azzurri hanno cominciato ad intraprendere dopo il tracollo dei Mondiali in Sudafrica ma che la Spagna ha iniziato circa dieci anni fa in quanto, pur essendo sempre accreditata tra le migliori squadre d’Europa, non riusciva mai a vincere. Gli spagnoli sono partiti dalle fondamenta: curare il gioco propositivo e le nazionali giovanili, l’Under 20, i vivai fino a buttare nella mischia i giovani anche nelle competizioni che contano (ad esempio guardate cosa è stato fatto con Pedro). L’Italia, dal canto suo, ha trovato in Prandelli una sorta di rinnovamento nella figura del CT ma, dal punto di vista tecnico, il cammino è ancora a metà: campionato troppo lungo, troppi giocatori stranieri presenti nelle nostre squadre, troppa ingerenza dei grandi club negli affari della Nazionale, risolvere il porcellum calcioscommesse. Questa è la sfida che il nostro calcio dovrà affrontare  e che, se ci sarà l’impegno di tutti, si dovrà vincere in previsione del Mundial brasiliano del 2014.

Prandelli come John Travolta di fronte agli Spagnoli. Non è stata una tattica vincente.


Tuttavia oggi questa Nazionale merita comunque tanti applausi.

Grazie ragazzi e Forza Azzurri!


venerdì 29 giugno 2012

ITALIA - GERMANIA 2 - 1 - E alla quinta partita l'Italia si destò davvero...




Se nel calcio esiste il teorema del tipo “chi sbaglia il primo rigore, alla fine vince”, stasera a Varsavia, ecco, puntuale e laconica, un’altra legge del football: “l’Italia, nelle gare che contano, schianta sempre i Tedeschi”.

Nel corso di questo Euro 2012, eccezion fatta per l’esordio contro la Spagna, ho accompagnato sempre con scetticismo i risultati della Nazionale Italiana, non tanto per l’impegno, innegabilmente sempre messo in campo dai ragazzi di Prandelli, ma per l’assenza di classe e di gioco. Ebbene il teorema che è ormai scolpito nelle tavole della legge del calcio fin dai tempi di Rivera e Mazzola, ha finito per cambiare registro in maniera ineluttabile al cammino degli Azzurri e ha fatto finalmente gioire anche uno scettico inguaribile come me-

Cassano si libera a sinistra e mette in mezzo. Balotelli insacca di testa. 1 a 0.


Italia batte Germania 2-1 in un mix di esperienza e gioventù, forza e tecnica, bastone e fioretto. Una gara decisiva per i nostri colori interpretata alla perfezione da tutti i protagonisti in campo. 
Finalmente Balotelli ha mostrato la classe oltre alle pose da culturista mentre sui piedi di Cassano è nuovamente germogliata la caratteristica genialità dei vicoli di Bari Vecchia.
Cosa dire,poi, di DDR: sciatalgia, un dito rotto, altri acciacchi pregressi ma eccolo lì pronto a murare qualsiasi intenzione tedesca. Un monumento nazionale! Lo stesso dicasi per Giorgione Chiellini, anche lui out fino ad un paio di giorni fa, autore di una prestazione superba per forza, cuore e concentrazione. Ma non finisce qui: i commoventi tackle e le impetuose sgroppate di Balzaretti, la precisione di Barzagli, la grinta di Bonucci che non cede alla fatica, la sublime orchestrazione di Mastro Pirlo, i sette inesauribili polmoni di Marchisio, la pennellata del timido Montolivo e le incazzature di Buffon, vincitore a mani basse della sfida contro il dirimpettaio Neuer. Questa è l’Italia che avevamo visto nelle qualificazioni e che finalmente ha invertito la tendenza.

Miscia in area azzurra. Pirlo salva sulla linea con Buffon battuto


La Germania, nonostante diversi tentativi dalla distanza neutralizzati da Buffon, è stata deludente: messa male in campo da Loew, ha confermato la goffa attitudine di Mariolone Gomez oltre ad una sorprendente fragilità difensiva che all’inizio nessuno avrebbe mai messo in dubbio ma affiorata, nel corso del torneo, in maniera inesorabile. Se gli azzurri avessero avuto miglior mira,nella ripresa, si sarebbe potuto addirittura dilagare. Tra i tedeschi salverei Hummels, Ozil ed il giovane Reus (molto interessante il ragazzo)…per il resto è notte fonda.

La legnata di Balotelli non da scampo a Neuer. 2 a 0

Un applauso stavolta lo lasciamo pure a Prandelli. Ha saputo soffrire e farci soffrire in silenzio, gestendo l'ambaradà con l'amorevole tocco del paternale patriarca che tratta tutti, dal fuoriclasse al magazziniere, allo stesso modo. Lo vedi contorcersi, soffrire con la una maschera di dolore sul volto ma, a forza di grattarsi gli zebedei in panca al termine di ogni azione avversaria, siamo arrivati in finale. Evento che, di questi tempi, non è poco. Magari chissà.... con un ultima, vigorosa, grattata, il cittì non riesca a portarci anche la coppa Henry Delaunay…l’Italia vista stasera, in fondo, lo meriterebbe.

Supermario imita Ronnie Coleman. I tedeschi rimangono a guardare. A nulla servirà il rigore realizzato da Ozil in zona Cesarini. Siamo in finale!
Prandelli saluta Cassano ma guarda l'orologio. Il cittì si è levigato gli zebedei ma l'Italia è arrivata in fondo.



martedì 26 giugno 2012

INGHILTERRA - ITALIA 0 - 0 poi 2 - 4 d.c.r. - Tutto e il contrario di tutto…la sterile Italia di Prandelli riesce a battere, non solo l’Inghilterra, ma anche il “nemico” tradizionale: i calci di rigore



Tutto e il contrario di tutto…la sterile Italia di Prandelli riesce a battere, non solo l’Inghilterra, ma anche il “nemico” tradizionale: i calci di rigore. Roba da non credere! gli Azzurri approdano, contro ogni pronostico, alla Semifinale di Varsavia che, giovedì prossimo, ci vedrà opposti alla strafavorita Germania.

England v Italy - UEFA EURO 2012 Quarter Final

Sul terreno dell’Olimpico di Kiev, la Nazionale italiana ha prodotto un buon volume di gioco ma purtroppo ha evidenziato i problemi già venuti a galla nelle precedenti gare dell’europeo: una cronica fatica in fase di realizzazione.
Si parla di grande vittoria, addirittura di impresa paragonabile a quella che settanta e più anni fa fecero Meazza e compagni in quel di Highbury – Londra. Peccato che, però, ieri sera, in campo mancavano gli Inglesi. Chissà…sarà stata una mera conseguenza dell’operato di Capello ma, in vita mia, mai avrei pensato di vedere l’Inghilterra giocare con un catenaccio degno di un Cesarone Maldini ed esprimere una pochezza calcistica davvero disarmante. Se l’alternativa a Don Fabio è quel carneade di Roy Hodgson che spera di risolvere i problemi, ormai atavici, dei Maestri del calcio lasciando il povero Wayne Rooney in compagnia dell’inguardabile Carroll, gli inglesi stanno messi proprio maluccio. E quando il mio ricordo di pallonaro appassionato di Premiership corre dall’epico Stanley Matthews fino ai più recenti Gascoigne, Platt e Lineker, sinceramente, a vedere l’attuale condizione dell’Inghilterra, mi scende una lacrima di nostalgia.



Ma veniamo a noi: l’Italia ha cuore, questo l’abbiamo detto già dalla partita d’esordio contro la Spagna, la squadra è un pò cresciuta sul piano del gioco ma non segna neanche per sbaglio. Ieri sera è vero, siamo stati un pò sfortunati ma gli avversari, secondo me, erano addirittura meno propositivi dell’Irlanda e, in qualche modo, si sarebbe dovuto chiuderla prima…perchè spesso siamo anche noi, con i nostri errori sottorete, a volerla indirizzare verso la roulette russa dei rigori.
Sinceramente qualche dubbio su Cassano (per le note cause di salute giunto all’Europeo fuori forma lento e poco ispirato) e sul gossipparo Balotelli (continuamente osannato da Mamma Rai appena tocca palla ma, quando dovrebbe, spesso risulta poco preciso e reattivo), viene legittimo. Saranno dubbi impopolari ma personalmente credo che nell’arco di queste partite, nonostante i gol segnati all’Irlanda dai due attaccanti titolari, Di Natale e Giovinco o, perchè no, anche Borini, avrebbero meritato qualche minuto in più. In sintesi: nell’ordine, siamo molto lontani dagli attacchi della Spagna, del Portogallo e dei Tedeschi. Prandelli, almeno ieri sera, pur avendo avuto dalla sua la scusante dei cambi forzati e, di conseguenza, una squadra finita incerottata sotto la vigoria fisica degli avversari, finora, si è sempre incaponito sulle solite scelte.



Per fortuna non si parla di sole spine: l’Italia non ha molti piedi dorati ma, quando ce le mette, possiede palle d’acciaio come poche Nazionali al mondo: in primis la regalità di Andrea Pirlo (il cucchiaio fatto a Joe Hart in situazione di svantaggio durante la lotteria dei rigori ha lanciato gli azzurri e squagliato i Tre Leoni), la maestosità di Daniele De Rossi, sfortunatissimo nel cogliere il palo dopo due minuti ma monumentale in fase di interdizione, il cuore di Diamanti, giunto in Azzurro dopo una gavetta durata anni, il fiato di Balzaretti e la puntualità di Gigi Buffon. Un Buffon ancora una volta salvatore della patria sebbene ormai da giorni sia perennemente polemico col malcapitato Mazzocchi. Non ce ne voglia il Gigione Nazionale ma, gestendo un pò meglio le continue uscite a vuoto dopo Milan-Juve e la storia delle scommesse, avrebbe evitato le fastidiose stilettate della stampa. Però, come uomo di campo, Buffon il carisma ce l’ha e, in campo, fa sempre la differenza. Il carisma che alla fine potrebbe essere decisivo.



Per quanto concerne la mancanza di classe in fase realizzativa o comunque di attacco, sarò monotono e conservatore, ma a mio giudizio le cause sono da ricercarsi principalmente in una Serie A che inneggia ai giovani ma che continua, di fatto, ad affidarsi quasi ciecamente agli attaccanti stranieri accondiscendendo, sia nelle prime squadre sia, trend preoccupante, nelle squadre Primavera, ad una proliferazione di ragazzi sudamericani (e non solo) comprati a due lire e spesso rivenduti ai top club intascando milioni di euro. Altro dato preoccupante è quello dell’assenza di una Nazionale Under 20 che riesca almeno a raggiungere i mondiali di categoria. Tra le prime quattro squadre d’Europa, due (Spagna e Portogallo) hanno costruito le loro attuali fortune proprio sull’Under 20 e sulla precoce immissione dei giovani talenti nella Nazionale Maggiore. La Germania, dopo aver toccato e raschiato il fondo per buona parte degli anni ’90 e dello scorso decennio, ha deciso di ripartire proprio dall’Under 20 che ha consegnato al parruccatissimo Loew tanti talenti che hanno riportato la Nationalmannschaft a fasti che erano ormai considerati perduti nella notte dei tempi.
Perchè noi non facciamo altrettanto? Questa sarebbe la domanda da porre a Super Abete, Albertini e compagnia bella.



Probabilmente la musica cambierà quando la smetteremo di avere paura e di pavoneggiarci soltanto per acquisti megagalattici senza curarci di costruire una generazione di talenti. Con la paura addosso, nello sport, non si vince mai. Pirlo ce lo ha ricordato proprio ieri sera prendendosi gioco del tanto temuto dischetto, nostro tradizionale spauracchio.

Essere in semifinale è praticamente un miracolo…proviamoci fino in fondo