giovedì 31 marzo 2016

LE INDIMENTICABILI: IL DERBY DEL 3 a 3


Dedicato a chi ha onorato le stracittadine, a quell'atmosfera magica, alla Curva Sud che ribolliva d'amore...

Zeman e il derby. Un binomio stonato all'origine, sull'una e sull'altra sponda del Tevere. Se quando il Boemo sedeva sulla panchina laziale fu Carletto Mazzone a fargli rimanere amara la frase madre "Il derby è una partita come tutte le altre", da tecnico romanista Sdengo incappò nei "4 su 4"firmati Sven Goran Eriksson. Un'esperienza a dir poco allucinante dal momento che nell'annus horribilis '97-98 la Roma uscì sempre sconfitta dalla stracittadina e, in un confronto di Coppa Italia, fu addirittura il pòro Gottardi a mettere ko i giallorossi.

Tuttavia il ricordo di uno dei derby più belli di sempre resta legato proprio alla figura di Zeman. E' il 29 novembre del 1998. Il primo Lazio - Roma dopo il filotto biancoceleste. La paura è tanta. Il film può partire: Tele+, la prima pay tv di sempre, trasmette la partita. Un giro di telefonate tra amici per scegliere il posto in cui vederla, la tensione che sale. Ma sì andiamo a Trastevere, dai. Conosco un posticino.... Si entra, ci si siede, si ordina. Uno sguardo in alto: il ristorante è tutto una sciarpata laziale. "Cazzo è già cominciata", "Annàmo via, sentìmo la radio". Ma è troppo tardi per pagare e andarsene: fin dalle prime battute di gioco il Dio del calcio ha deciso che quella sarà una partita speciale.


Al 25', Pierino Wome, uno che aveva due tombini al posto dei piedi (in Camerun è ancora ricercato dopo aver sbagliato un calcio di rigore), azzecca probabilmente la cosa migliore in tutta la sua carriera. Apertura di sinistro che sembra disegnata da Giotto, difesa della Lazio aperta in due e zampata vincente di Cammellone Delvecchio con Marchegiani a farfalle. Il proprietario ci guarda male ma adesso non possiamo più andar via. Passano tre minuti e la Lazio, all'epoca una corazzata, pareggia: lancio chilometrico di Mihajlovic per Mancini che, senza vedere il pallone arrivare alle sue spalle, batte Zucchina Chimenti sul suo palo con un sinistro al volo di rara bellezza. Il mio amico Massi attenta al mio udito: "Ma chi ccazzo se lo tiene!". Poi scende il silenzio. Lo dicevo io che avevamo segnato troppo presto...


Secondo tempo: si mette subito male. Punizione dal vertice sinistro, Mancini scappa a tutti, colpo di tacco e la Lazio va sopra. Stavolta è il proprietario del ristorante a strillare. Massi, da sempre esteta del bel gioco, si alza e applaude con sorprendente sportività il gesto tecnico del Mancio. Forse spera in uno sconto. La partita però sconti non ne fa (specialmente alla Roma). Farina manda fuori Petruzzi per doppio giallo dopo un "fallo tattico" sul Matador Salas. Ma il peggio deve ancora venire. Pierino Wome, tornato piedi di ghisa, si fa prendere il tempo da Salas e stende il cileno in area. Rigore netto. Scongiuri di ogni tipo...anche in serbocroato. 3 a 1 dello stesso Salas dagli undici metri. E il "5 su 5" sembra realtà. Arriva il proprietario del locale che in maniera sapida ci fa una proposta indecente: "Ahò...stasera ve fàmo lavà li piatti". 

E mentre la cucina sembra attenderci in maniera tenebrosa, la partita prende una piega inaspettata, anzi, incredibile. minuto numero 78': rimessa lunga di Wome (sempre lui) dalla sinistra, bella sponda di Di Francesco per il Capitano. Serpentina di Totti in piena area che si porta a spasso tutta la difesa laziale, centro per l'accorrente Di Francesco che con una "puntata" manda la palla nel sacco. Il volto di DiFra è una maschera di rabbia. Sdengo in panca è pietrificato nonostante si sia acceso la decima sigaretta. Non possiamo finire la serata a lavare i piatti.



All'82 l'apoteosi: Delvecchio gioca ad asso pigliatutto con lo sbarellante Couto, la palla finisce al limite dell'area dove arriva Totti. Protocucchiaio che supera Marchegiani e poi il boato: della Sud, di Massimo Marianella in tv e di noi al tavolo. Massi, rosso come un peperone, ha gli occhi fuori dalle orbite: "Tottigòòòòòòòò!!!". Qualcuno lancia un "Cragnotti pijatelander....". Il Capitano ha segnato il suo primo gol in un derby. 3 a 3...incredibile. Poi la prima di quelle magliette tanto care agli aquilotti "29-11-98 Ragazzi Carica!". Franco Sensi che strilla in tribuna come un tifoso. Se lo abbracciano tutti come se fosse il papa. Il proprietario ritorna mesto in cucina. "Gufo laziale stavolta t'è ita male!".



Ma incredibilmente non è finita: punizione magistrale di uno scatenato Totti, testa di Delvecchio e palla in rete.  3 a 4!!! Follia pura a una manciata di minuti dal novantesimo. Stavolta ci alziamo in piedi. "Nun te pagamo...laziale nun te pagamo!". Ma Farina annulla un gol validissimo e il risultato torna in parità. L'oste la scampata. Per noi, nel mezzo dei vent'anni, la notte è ancora piccola. Tra canti, cori e goliardie varie si torna a casa soddisfatti. E'stata come averla vinta. E il giorno dopo il Corriere dello Sport dedica la prima a Totti definendolo "Spettacoloso". Nell'epoca dei "petalosi" e delle curve vuote un pò di rimpianto c'è.  

   
Foto: asromaultras.org

mercoledì 30 marzo 2016

LA NAZzIONALE


Nè cuore, nè cojones. Brutto passo indietro della Nazionale rispetto alla precedente gara amichevole contro la Spagna. All'Allianz Arena, la Germania ci prende a pallonate. Va bene l'inizio di un percorso di ristrutturazione che, secondo noi, durerà almeno un paio d'anni, va bene che in amichevole l'Italia rinuncia quasi sempre a giocare ma il risultato riflette davvero tutta la pochezza attuale del nostro calcio, sia in termini tecnici ma soprattutto mentali. Nel finale, El Sharaawy conforta il nostro animo romanista (in campo 3 giallorossi - Florenzi, El Sha e Rudiger più l'ex Okakone) con un bel gol. Se il pensiero corre alle Nazionali di Vicini, Sacchi, Zoff e di Nonno Lippi, ci vorrebbe una bacinella per raccogliere le lacrime di nostalgia.

L'Italia attuale è in ritardo di due, tre stagioni rispetto alle grandi nazionali europee: la programmazione giovanile nei quadri federali non ha seguito in campionato e nelle competizioni continentali. Se pensiamo che la Germania lì davanti ha i suoi protagonisti più anziani in Reus e Muller (26 anni) e che i 22enni Gotze e Draxler già hanno calcato palcoscenici calcistici di prim'ordine (il primo ha deciso pure un Mondiale), sinceramente, viene da arrossire. Bernardeschi e Insigne sono alle prime esperienze da titolari, Zaza è bravino ma durante l'anno non gioca mai, il suo alter ego Berardi è ancora in Under 21 e non si sa perchè. Basti pensare che per prendere una punta di ruolo si è dovuti andare a cercare Pellè che,con tuttoil rispetto, in Italia stentava a trovare spazio. Se poi parliamo di centrocampo, finito Pirlo e rotto Verratti, si entra in un limbo senza fine apparente.

Servono piedi buoni come il pane e qualcuno, lì davanti, che sia in grado di farci emozionare per davvero. Specialmente se l'avversario è fisicamente più forte e con qualche piede migliore in più rispetto agli Azzurri. Eppure la Federazione continua a non testare i migliori giovani dell'U21, nemmeno in amichevole. Giovani che faticano a trovare spazio in Serie A, figuriamoci in Champions League.



I tempi sono strettissimi e se questa è l'ultima amichevole prima degli Europei..beh..non c'è molto da stare allegri anche pensando agli effetti che, per forza di cose, possono riflettersi sulla squadra con un CT dimissionario già da molto tempo prima che cominci la kermesse .

Che la strada in Francia sarà in salita lo sappiamo fin dal sorteggio dello scorso Dicembre ma cerchiamo almeno di non trasformarla in una via crucis.

ROMANISTI in campo: FLORENZI (15 presenze/2 gol) - Stasera gioca in posizione più arretrata. Incide poco.  EL SHAARAWY (18 presenze/3 gol) - il Faraone sicuramente è tra i migliori nel vedere la porta e lo dimostra anche in Azzurro trovando un bel gol. RUDIGER - Facilitato dallo strapotere fisico su Insigne vince largamente il duello con lo scugnizzo. Più in difficoltà quando entra El Sharaawy. Una sua deviazione risulta decisiva sulla conclusione del Faraone che vale il gol della bandiera italiano.

GLI ALTRI ROMANISTI

DZEKO, PJANIC: Entrambi in gol con la Bosnia contro la Svizzera. ZUKANOVIC: Titolare anch'egli.

NAINGGOLAN: Titolare in Portogallo - Belgio

TOROSIDIS: Titolare nella sconfitta interna della Grecia contro l'Islanda (2 - 3). MANOLAS non ha giocato.

DIGNE: Subentrato in Francia - Russia 4 - 2

SALAH: In campo nel match tra Egitto e Nigeria 1 - 0.


sabato 26 marzo 2016

LA NAZzIONALE


                          


ITALIA - SPAGNA 1-1

Un'Italia volenterosa, abbastanza gladiatoria ma che ancora una volta conferma la mancanza di un "fuoriclasse" in grado di accendere la luce e servire la palla gol all'attaccante di turno. La Spagna, dal canto suo, senza i titolari, non sembra quella dei giorni di gloria e, nonostante una "papera" di Buffon, coglie il pari con Aduriz in fuorigioco. Oltre alla mancanza di un numero "10", un problema in più per il dimissionario Conte sarà quello di valutare attentamente il centravanti di ruolo per la rassegna europea. A nostro parere, sia Eder che Pellè, non sembrano essere irresistibili. Per il resto bene Insigne, Candreva, Giaccherini, Zaza, Bernardeschi e Darmian. Margini di miglioramento ci sono ma il lavoro, secondo noi, è lungo. Almeno un paio d'anni. ROMANISTI in campo: FLORENZI (14 pres./2 gol) - Schierato a centrocampo, disputa una buona partita specialmente nella ripresa quando attacca con più insistenza e avvia l'azione che porta al gol di Insigne. EL SHARAAWY: In panchina.

GLI ALTRI ROMANISTI

DIGNE
Dà il cambio a Evra in Olanda - Francia 2-3

                                

PJANIC
Parte dalla panchina e poi segna il terzo gol in Lussemburgo - Bosnia 0  -3
DZEKO
Anche lui subentrante.
ZUKANOVIC
Titolare in Lussemburgo - Bosnia 0 - 3

MANOLAS
Titolarissimo in Grecia - Montenegro 2- 1
TOROSIDIS
Anche Toro parte da titolare sulla fascia destra

SZCZESNY
Nella ripresa subentra a Fabianski in Polonia - Serbia 1-0

                         

SALAH
In gol per l'Egitto contro la Nigeria (1-1) per la qualificazione in Coppa d'Africa

                          

mercoledì 23 marzo 2016

IERI E OGGI....#3

Fabio Simplicio

Francesco Moriero

Diego Fuser

Davide Bombardini

STORIE: DA ITURBE A IL TURPE IN 30 RIGHE



Abbiamo ancora nitide le immagini dell'arrivo a Roma di Juan Manuel Iturbe. Sabatini che slaloma in mezzo ai bagagli nel terminal voli nazionali per fermare il giocatore partente per Vinovo (provincia di Juventus). Una sigaretta, un goccio di bianco, 30 milioni e l'argentino diventa della roma. Sembra una telenovela. E poi gli strombazzi mediatici "Ahò v'avemo fregato sto fenomeno", il CEO Zanzi che ride, ricchi premi e cotillons. Poi, il campo: tiro, gol ai russi del CSKA nell'esordio Champions, ahò questo è 'n fenomeno pè davero, pereppeppeppeppè. Poi, l'infortunio e la dura risalita fatta di qualche dribbling di troppo, voli pindarici, sbuffi, pianti isterici. "E'bravo ma nun se impegna" o meglio "Se impegna ma nun è bravo". Poi il gol alla Lazio e la fiducia ritrovata ma dissolta nel naufragio tardo autunnale. Giusto il tempo per un gol al Frosinone e poi Iturbe diventa Il Turpe. Allora destinazione Bournemouth, un luogo impronunciabile. Gli inglesi promettono 22 "cucuzze" per il riscatto ma il tutto si traduce come a Roma: panchina. A questo punto probabile un ritorno a Roma in estate a meno che, secondo voci di corridoio non confermate, il Porto non si riprenda il giocatore facendo pure un grosso favore alla Roma. Noi cmq a Manuel Iturbe gli vogliamo bene lo stesso....

lunedì 21 marzo 2016

IL CAMPIONATO PIU' BELLO DEL MONDO





Walter Sabatini, a sua detta, lascerà la Roma il 30 Giugno. Lo ha dichiarato urbi et orbi in occasione di Roma - Inter. A quanto pare, però, Luciano Spalletti non ha gradito l'esternazione e dopo aver "pizzicato" il ds davanti ai microfoni dei giornalisti, finisce per bacchettarlo. 

In tutta questa storia, quello che lascia basiti è sempre il dover ripetere, per l'ennesima volta in cinque anni made in Usa, che forse il tutto "poteva essere gestito meglio". Parliamoci chiaro: un teatrino del genere, simpatico quanto si vuole, con un obiettivo ancora da raggiungere e soprattutto con una stagione rattoppata in corsa, potremmo mai vederlo in casa Real Madrid, Barca, Bayern o in un qualsiasi grande club? Fate vobis...



A VOLTE RITORNANO...



Fermi tutti!!! Ma che dite? Bonucci è in buonafede. La colpa, semmai, è stata di Totti che nel 2008 traumatizzò a vita Rizzoli con due, tre "vaffa" di troppo e il gesto non gli valse nemmeno uno scudetto. Coattone, piagnone e perdente, come sempre, il Capitano della Roma....  


Tutto regolare. Il gomito era in fuorigioco. E poi c'era un rigore non dato alla Juve, un altro fuorigioco non visto, l'imbattibilità di Buffon... 

domenica 20 marzo 2016

ROMA - INTER 1-1



Roma - Stadio Olimpico - 20 Marzo 2016ore 20.45
SERIE A - 30 Giornata
ROMA - INTER 1 - 1

ROMA: Szczesny 5,5; Florenzi 5, Rüdiger 6, Manolas 6, Digne 6,5 (36' st Emerson sv); Pjanic 6, Nainggolan 6,5, Keita 5,5 (12' st Dzeko 5); Salah 5,5, Perotti 6, El Shaarawy 6,5 (47' st De Rossi sv). A disp.: De Sanctis, Zukanovic, Torosidis, Maicon, De Rossi, Strootman, Vainqueur, Iago Falque, Totti. All.: Spalletti 6

INTER: Handanovic 6; Nagatomo 6,5, Miranda 6,5, Murillo 6, D'Ambrosio 5,5; Brozovic 7, Medel 5,5; Biabiany 6 (37' st Manaj sv), Ljajic 5,5 (41' st Felipe Melo sv), Perisic 6,5; Eder 5,5. A disp.: Carrizo, Berni, Santon, Juan Jesus, Telles, Gnoukouri. All.: Mancini 6
ARBITRO: Orsato 5
MARCATORI: 53' Perisic (I), 84' Nainggolan (R)



Non è possibile vincerle tutte, però....alla fine di questo Roma - Inter, nonostante il pareggio sia sicuramente più utile ai giallorossi in chiave terzo posto, l'impressione è che sia mancato il guizzo vincente per mantenersi sulla scia del Napoli, che invece stasera avrà la possibilità di allungare maggiormente le distanze per quanto concerne la piazza d'onore e l'accesso diretto in Champions League.

Una partita bruttina, spigolosa in cui la Roma, a mio parere, non ha mostrato la brillantezza abituale, probabilmente merito anche dal catenaccio nerazzurro proposto da Roberto Mancini in maniera organizzata ed efficace. Giallorossi quindi un pò opachi, anche se le buone intenzioni ci sono indubbiamente state, ma nonostante l'Inter non possa di certo definirsi avversario irresistibile (peraltro privo sia di Icardi sia di Palacio sia di Kongdobia), nel match dell'Olimpico è forse sembrato emergere anche qualche limite fisico (gli uomini di Mancini nel primo tempo arrivavano sempre prima su ogni palla) e di personalità negli elementi che dovrebbero tirarla fuori (Keita, a tratti Pjanic, Florenzi che ripetiamo a nostro parere non è un terzino, Salah per buona parte del primo tempo) perchè in certe partite, per ambire al massimo, bisognerebbe dimostrare di essere terribilmente squadra.

Eh sì...perchè in questi scontri, nonostante non parliamo di squadroni, sono sempre i giocatori migliori a deciderne gli episodi. Vedi Handanovic, miracoloso su El Sharaawy infinale di tempo, e vedi Perisic che sfrutta l'unica grossa ingenuità difensiva della Roma in tutta la gara (Florenzi sale troppo lasciando scoperta la corsia destra) per scoccare la rasoiata che batte un incerto Sczeszny in avvio di ripresa.

Con l'Inter in vantaggio e a -2 in classifica, la Roma tira fuori ciò che, dall'inizio del nuovo corso, ha di migliore: il carattere. La squadra non sbraga e Spalletti corre ai ripari inserendo Dzeko per uno spento Keita (col senno del poi forse sarebbe stato meglio partire col centravanti). La maggiore forza fisica e i buoni piedi del bosniaco permettono una migliore penetrazione nell'area interista ma, il Dio del calcio ce ne voglia, il fiuto del gol (caratteristica per cui Edin è stato pagato 15 milioni) è prossimo allo zero. Gli smadonnamenti raggiungono il decimo grado della scala Mercalli quando l'attaccante concede il bis del gol mangiato contro il Real sparando la palla addosso ai piccioni a due passi da Handanovic. Poi, su azione di calcio d'angolo, il debole colpo di testa parato dal portiere interista.

Col cronometro che corre follemente verso il 90', con la partita che sembra incanalata sul copione dell'andata disputata a San Siro e con l'Inter che rinuncia ad attaccare, riecco Dzeko impapocchiarsi in area nerazzurra circondato da un nugolo di uomini. Il bosniaco, si gira goffamente, tenta il tiro. Ne viene fuori una cilecca micidiale che, paradossalmente, si trasforma in un assist decisivo per Nainggolan. Il Ninja, l'unico tra i giallorossi a non deporre l'ascia di guerra, è lesto a passare nello stretto varco tra le maglie avversarie e a bruciare Handanovic con quella che potremmo definire una "zampata da campione".

Negli ultimi minuti, l'assedio giallorosso. L'occasione per cogliere una vittoria che sarebbe comunque meritata passa tra i piedi di Momo Salah che slaloma come il miglior Tomba in mezzo alla difesa interista e carica il sinistro ad effetto sul secondo palo. La traiettoria sembra mirare dritta in porta con Handanovic fuori causa ma, sul più bello, l'elefantiaco Dzeko, mal piazzato, dà una bella mano a Miranda e Murillo deviando la palla e salvando l'Inter da una probabile sconfitta in zona Cesarini.

Conclusioni: L' 1 a 1 forse soddisfa più la Roma ma probabilmente l'allontana dal Napoli e dal secondo posto. Una malinconia vedere Totti scaldarsi per tutta la partita e non entrare in campo. A nostro parere il Capitano sarebbe potuto essere decisivo. Ma ormai, a Trigoria, deve andare così....


Duello Keita - Brozovic a centrocampo. Il maliano stasera è apparso un pò opaco come tutta la Roma, in particolar modo nel corso del primo tempo.

El Sharaawy e Biabiany si contendono la sfera. Il Faraone ha disputato una buona gara. Handanovic gli ha negato il gol con un grande intervento. Per il giallorosso cmq è arrivata la convocazione in Nazionale.

Salah brucia Murillo e supera Handanovic con un pregevole pallonetto. La palla entra in rete ma Orsato annulla per fuorigioco dell'egiziano.


Rudiger tiene sotto controllo Eder

Una disattenzione di Florenzi costa cara alla Roma. Perisic approfitta della situazione e batte un poco reattivo Sczeszny con un diagonale sul secondo palo. 

Con la Roma in svantaggio entra Dzeko, bravo a sfruttare il fisico e a fare sponda. Qui Miranda fa fallo di mano ma Orsato non vede nulla.

Dzeko, come a Madrid, si divora il gol del pareggio davanti ad Handanovic. Nonostante l'impegno e i piccoli recenti progressi, il bosniaco continua a non ingranare.

Totti e De Rossi in panchina. Chissà se il Capitano avrebbe capitalizzato l'occasione capitata sui piedi di Dzeko.

Nonostante lo svantaggio la Roma non molla. Nainggolan, sempre grintosissimo su ogni palla, sfrutta un fortuito assist di Dzeko e pareggia i conti.


Spalletti e Mancini si rincontrano dopo diversi anni. Oggi un punto a testa che, forse, serve più alla Roma che all'Inter.

1 - 1: Nainggolan








sabato 19 marzo 2016

ALTRI MONDI: QUANDO IL "BRAND" E IL CUORE COINCIDONO

                   



L'Hibernian è una delle due squadre di Edimburgo (Scozia) e assieme all' Heart of Midlothian rappresenta la Capitale. Nonostante l'onorevole pedigree che constando di quattro Scottish Premier League, due Scottish Cup e tre Scottish League Cup, pone i biancoverdi in piazza d'onore subito dopo il vuoto incolmabile lasciato da Celtic e Rangers, gli ultimi anni sono davvero stati infausti. Retrocessi in Scottish Championship (equivalente alla nostra Serie B), gli Hibs stanno lottando per raggiungere un posto nei play-offs e giocarsi la risalita immediata nella massima serie.

Tuttavia, con la stagione che volge al termine, è già tempo progettare il rinnovo degli abbonamenti e si sa che, in Scozia, quando si dice "football" si parla di un atto di fede e di amore verso i propri colori. Quindi che cosa si è inventato il communication staff per dare fiato alle trombe di una tifoseria un pò delusa ma follemente innamorata dei propri colori? Beh...forse la cosa più semplice: rispondere alla domanda "Cosa sarebbe la tua vita senza Hibernian?", ponendo al centro la squadra, il brand ma soprattutto il tifoso che fa di quei colori una ragione di vita quotidiana. Capito caro James Pallotta????

                                           

PERSONAGGI: FOTOSTORY DEL "SOR MAGARA". I 79 ANNI DI CARLETTO MAZZONE



Ha portato cuore, anima, colori e fede calcistica sulla panchina della Roma. Oggi Carlo Mazzone compie 79 anni. Per omaggiarlo, gli dedichiamo una piccola fotostory ricordando un aneddoto flash che testimonia il suo amore per la Roma e per i calciatori romani: Parma - Roma di tanti anni fa. 

Al Tardini la partita è sofferta per i giallorossi che usciranno sconfitti da un gol di Zola arrivato al minuto numero 88. Fase finale della gara con la squadra presa da stanchezza e confusione. Cappioli si appresta a battere un fallo laterale quando l'inconfondibile vocione del Sor Carletto, improvvisamente, si sovrappone al commentatore di Tele+ (emittente che all'epoca trasmetteva le partite di Serie A in pay tv). "A' Massimijià...me raccomanno...battela bbene!!!",  l'incitamento severo ma al tempo stesso paternale che testimonia un amore, un attaccamento che appare così difficile da ricercare nel calcio di oggi. 

Tanti auguri Sor Magara e 100 di questi giorni!


Anni 50: Un giovane Carlo Mazzone, trasteverino doc, giocatore della Roma

Anni 70: Mazzone e Costantino Rozzi festeggiano una vittoria dell'Ascoli. La scalata alla massima serie del club marchigiano aprirà al  Sor Carletto la porta del calcio che conta. Tra anni 70' e 80' Mazzone allena, tra le altre, Fiorentina, Catanzaro, di nuovo l'Ascoli, Bologna, Lecce, Pescara e Cagliari, prima specializzandosi in salvezze disperate e, poi , con i sardi arrivando per la prima volta in carriera a disputare la Coppa Uefa.

Nel 1993, il coronamento di un sogno: allenare la Roma. Tre anni di sofferenze ma anche di tanta passione in una Roma composta da tanti romani: Giannini, Cappioli, Statuto, Petruzzi, Di Biagio, Mazzone, Sensi e soprattutto Francesco Totti, la sua più grande scoperta. L'esperienza ebbe fine dopo la gara di ritorno contro la Slavia Praga all'Olimpico rimasta nella storia giallorossa

Dopo la Roma ancora il Cagliari e poi Napoli e Bologna, dove costruisce un altro gioiello calcistico. Poi nel 2000 l'approdo al Brescia del presidente Corioni, forse la fase più bella della Mazzone story. Con le Rondinelle, l'allenatore di Trastevere, si ritrova ad allenare Roberto Baggio e Pep Guardiola, portando il Brescia a livelli mai raggiunti prima. 

Memorabile anche la corsa sotto la curva dell'Atalanta in un rovente derby lumbàrd del 2001. I tifosi bergamaschi gli infangarono Roma e la famiglia. Mazzone non esitò a dirgliene quattro.

Una tra le immagini più belle: durante un Brescia - Roma, Totti si infortuna. Mazzone, allora tecnico dei lombardi, è il primo a prestare le cure al suo pupillo prediletto. Un'immagine in cui traspare tutto l'amore dell'uomo per il calcio e per la Roma.



SOMIGLIANZE #4


Un piccolo omaggio a Leo Castan sperando che possa ritrovare presto il campo e il sorriso.

martedì 15 marzo 2016

PERSONAGGI: IL DUBBIO AMLETICO DI ESSERE SZCZESNY

                            


Un eroe al bivio: potremmo definire così Wojciech Szczesny, portiere giallorosso. Dietro la rassicurante apparenza del capello con la riga che fa un pò old style, c'è un numero 1 che a tratti sorprende, a tratti spiazza, a tratti ti fa incazzare ma che alla fine forse ti entra nell'immaginario. Un eroe al bivio fin dal primo giorno in giallorosso con buona parte della stampa che, al momento della presentazione, non riusciva a capire il suo cognome. Poi il fotomontaggio tutto romanesco con il nomignolo "Coso" stampato sulla maglia, la tigre tenuta al guinzaglio, le esultanze in campo quando la Lazio perde, il futuro incerto con i continui ammiccamenti per tornare all'Arsenal. E poi c'è il campo: il paratone alla Juve che ci fa illudere e le paperone di Borisov e di San Siro sull'innocuo tiro di Medel, fino alle ultime prestazioni convincenti. Per la serie personaggi ecco un articolo pubblicato su "Rivista Undici" che parla del n. 1 romanista. Buona lettura



domenica 13 marzo 2016

UDINESE - ROMA 1 - 2


Udine - Stadio Friuli - Dacia Arena - 14 Marzo 2016 ore 15.00
SERIE A - 29°Giornata
UDINESE - ROMA 1 - 2

UDINESEKarnezis 6,5; Widmer 6, Danilo 5,5, Felipe 6, Adnan 5,5; Badu 6 (33' st Kuzmanovic sv), Lodi 6, Hallfredsson 5,5; Bruno Fernandes 6, Thereau 5,5  (28' st Matos 6), Edenilson  5 (1' st Zapata 6). A disp.: Meret, Romo, Armero, Wague, Heurtaux, Pasquale, Balic, Perica, Matos, Di Natale. All. Colantuono 6

ROMA: Szczesny 6,5; Florenzi 7, Zukanovic 6, Manolas 6,5, Digne 5,5; Keita 6, Nainggolan 6; Salah 6,5 (46' st Strootman sv), Perotti 6,5, El Shaarawy 6,5 (25' st Pjanic 6); Dzeko 6,5. A disp.: De Sanctis, Emerson, Torosidis, Castan, Maicon, Vainqueur, De Rossi, Iago Falque, Totti, Sadiq. All.Spalletti 6,5
ARBITRO Mazzoleni 4.5
MARCATORI 15' Dzeko (R), 29' st Florenzi (R), 40' st Bruno Fernandes (U)



La trasferta al Friuli oggi si presentava ostica. Un pò per i postumi fisici e psicologici della gara Champions di Madrid, un pò per l'ambiente che i giallorossi avrebbero trovato in quel di Udine, con i padroni di casa in una crisi grossa quanto un buco nero e pericolosamente prossimi alla zona retrocessione. In più mettiamoci pure le minacce del presidente Pozzo (sempre un tenerone quando si tratta di incrociare la Roma) al suo mister Colantuono (romanista), obbligato a vincere per salvare la panchina e il quadro della partita è presto disegnato.

Ebbene, nonostante le tante difficoltà, la Roma scende in campo gestendo la gara in maniera impeccabile grazie a un Perotti dalla visuale a 360 gradi, bravo sia a tessere gioco che a suggerire. Dzeko viene confermato titolare da Spalletti nonostante il rovinoso errore del Bernabeu con Salah e El Sharaawy al suo fianco. Dietro ancora spazio a Zukanovic mentre Florenzi è disposto a destra con licenza sia di attaccare sia di offendere. Nel primo tempo, nonostante un'opacità più marcata rispetto alle precedenti partite, i giallorossi hanno gioco facile su un avversario più preoccupato a non prenderle che a darle ma che, tutto sommato, si difende abbastanza bene con capitan Danilo e l'irakeno Alì Adnan sugli scudi. Al quarto d'ora, una pregevole intuizione di Momo Salah taglia in due la difesa dell'Udinese e, contemporaneamente, lascia per terra Karnezis. Dzeko, che segue bene l'azione, si ritrova con la porta spalancata in posizione centrale e la mette nel sacco. Se avesse sbagliato pure questa i 4000 tifosi venuti da Roma lo sarebbero andati a prendere in campo.

Poi, per tutta la prima frazione, ancora Roma ma la palla non ne vuole sapere di entrare. Una volta colpisce la schiena di un avversario, un'altra una caviglia, un'altra ancora è bravo Karnezis, ma il raddoppio non arriva. Ad arrivare è invece la fatica accumulata nel martedì di Champions League che prende il sopravvento nei primi minuti della ripresa in cui i giallorossi subiscono, come imbambolati, il ritorno di un Udinese ormai alla canna del gas e costretta a dotarsi in attacco, oltre a Thereau, anche di Zapata. Mentre Perotti, Nainggolan e Keita calano pericolosamente d'intensità, dobbiamo registrare un Manolas in crescita lenta ma costante, bravo a mettere una pezza sul tiraccio di Thereau (poi parato da Sczeszny). In più, rispetto al passato, si registra una maggiore presenza di Kulovic, nell'occasione odierna quando sull'incornata di Zapata, la palla si stampa sul palo con Sczeszny pietrificato e quasi rassegnato a ufficializzare il gol del pari. Dispiace per Colantuono ma per vincere, il fattore fortuna rimane, in certe occasioni, determinante.

Passata la buriana, anche se non ritrovando la giusta lucidità, la Roma si riassesta grazie all'innesto di Pjanic per uno spento Faraone. Passa qualche minuto e dai piedi di Mire nasce l'apertura illuminante per lo scatto di Florenzi che attiva il mood Florenzao e con due tocchi da campione consumato, infila, di punta, Karnezis sul palo più lontano. Capitan Totti e Capitan Futuro, dalla panchina applaudono increduli. Spalletti mima la romanesca espressione "me cojoni". Agguantato il 2 a 0 possiamo parlare di tranquillità? Ma ci mancherebbe....dopo un'occasionissima sciupata da Pjanic, solo davanti a Karnezis, per far segnare il già marcato Dzeko, nel finale l'Udinese accorcia le distanze con Fernandes, lasciato da tutti solo soletto. 

Così, mentre già si teme un recupero in stile rodeo, veniamo seccamente smentiti. Nonostante la stanchezza, infatti, la Roma dimostra maturità gestendo molto bene gli ultimi minuti della partita senza perdere palla in maniera clamorosa e senza permettere ripartenze pericolose agli avversari. Al triplice fischio la banda Spalletti agguanta l'ottavo successo consecutivo e si stacca a +5 nei confronti di Fiorentina e Inter in attesa dello scontro diretto di sabato con i milanesi.

Ps. Attenzione agli arbitraggi. Oggi Mazzoleni sembrava la copia esile di Byron Moreno. Cartellino giallo di serie al primo fallo (Nainggolan e Keita), punizioni spesso invertite e recupero finale allungato di un minuto. Ma tanto queste sono storie vecchie quanto il cucco....questa sera ci teniamo stretto l'ottovolante. 

L'abbraccio tra Spalletti e il romanista Colantuono prima del fischio d'inizio



Momo Salah mette Dzeko di fronte alla porta spalancata. Per il bosniaco è un gioco da ragazzi mettere nel sacco il gol del vantaggio, il settimo della sua discussa stagione. 

Oooops...uno Sczeszny saponato sulla punizione di Ciccio Lodi. Per fortuna il pallone esce fuori dal campo

Altra prestazione molto convincente per Manolas, che ultimamente ha alzato molto il suo rendimento. Qui il greco anticipa Thereau

Diego Perotti contrastato da Halfredsson. Il talento dell'argentino ha permesso alla Roma di creare molto gioco specialmente nel primo tempo. Nella ripresa anche lui ha risentito delle fatiche di Champions ma l'impressione resta quella di aver trovato un giocatore che in campo mette un qualcosa in più

Il raddoppio di Florenzi. Un gol bellissimo che vale tre punti importanti.

"Uahhhhhh-tahhhhhhh!"

A pochi minuti dal termine l'Udinese accorcia con Fernandes ma i giallorossi non concederanno più nulla agli avversari fino al termine

Di Natale e Totti a bordocampo. Due grandi campioni, due bandiere.

La dura contestazione dei tifosi friulani nei confronti dell'Udinese, sedata a fatica dalle forze dell'ordine in uno stadio "Friuli" nuovo di zecca . Ma per le istituzioni, le divisioni di settore e le limitazioni antiviolenza sono necessarie solamente a Roma.

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