Paulo FONSECA


Paulo Alexandre Rodrigues FONSECA
Nato a: Nampula (Mozambico) il: 05/03/1973
Nazionalità: Portoghese
Squadre Allenate: Estrela Amadora giov., 1 Dezembro, Odevelas, Pinhalovense, Desp.Aves, Pacos de Ferreira, Porto, Braga (POR); Shakhtar (UKR)
Trofei vinti: Portogallo - 1 Supercoppa (Porto), 1 Coppa (Braga). Ucraina: 3 Campionati, 3 Coppe, 1 Supercoppa (Shaktar)
In panchina da Giugno 2019 a Maggio 2021 (2 stagioni)
Soprannomi: Little Tony, Von Sega, Fonsega

Serie A
2019-2020 - V: 21 S: 10 N: 7 - 5° classificato
2020-2021 - V: 18 S: 12 N: 8 - 7° classificato  

Europa League 
2019-2020 - V: 3 S: 2 N: 4 Ottavi di finale
2020-2021 - V: 9 S: 2 N: 2 - Semifinali

Coppa Italia
2019-2020 - V: 1  S: 1 - Quarti di finale
2020-2021 - S: 1          - Ottavi di finale

Totali:
V: 52   S: 28  N: 21 - T: 101

BIOGRAFIA
46enne portoghese nato in Angola, Paulo Fonseca arriva alla Roma nell'estate 2019 dopo che la società di Trigoria ha incassato il "no" dal tecnico atalantino Gasperini e da Antonio Conte, accasatosi all'Inter della nuova proprietà cinese. Fonseca non è un volto nuovo per i tifosi giallorossi che, nella cavalcata Champions di qualche stagione prima, lo hanno incrociato alla guida dello Shakhtar Donetsk. Pur non avendo mai allenato un club europeo di prima fascia fatta eccezione per il Porto, il mister lusitano viene indicato dalla dirigenza giallorossa come un tecnico emergente grazie ai ben sette trofei - 3 campionati, 3 coppe, 1 supercoppa - vinti in terra d' Ucraina.
2019-2020: Dopo un avvio di campionato non semplice, la Roma riesce ad ingranare e a chiudere il girone d'andata al quarto posto grazie al gioco tipicamente portoghese (facilità di palleggio e costruzione dal basso) espresso dalla squadra. Purtroppo, nel girone di ritorno, totalmente sballato dalla Pandemia - il campionato, sospeso a Marzo, riprenderà a Giugno per terminare a fine Luglio - oltre che da diversi infortuni, la Roma perde il treno Champions ed arriva, stancamente, in quinta piazza. Il discorso in Europa League, stravolto anch'esso dai noti eventi, finisce agli ottavi di finale quando i giallorossi vengono eliminati, senza minimamente lottare, dal Siviglia dell'odiato ex ds Monchi. Questa brutta sconfitta provoca una clamorosa frattura tra mister Fonseca e Dzeko la quale, nonostante i tanti tentativi di riappacificazione tra i due, non si ricomporrà mai del tutto e influenzerà in maniera importante l'esperienza romanista del tecnico anche durante la stagione successiva. In Coppa Italia, infine, non si arriva oltre i quarti di finale, eliminati nettamente dalla Juventus.
2020-2021: Il secondo anno targato Fonseca è caratterizzato dal cambio societario. La Roma, nell'Agosto 2020, passa da Pallotta ai Friedkin, ereditando oltre 400 milioni di debiti dalla presidenza bostoniana, il che significa un mercato ridotto all'osso e una struttura societaria non ancora definita. Una situazione altamente caotica che costa ai giallorossi ben due sconfitte a tavolino: contro il Verona nella prima di campionato (errore nella compilazione delle formazioni) e nella triste notte di Coppa Italia contro lo Spezia (infranto il limite di 6 sostituzioni). Pur costretti a puntare su giovani - Fonseca fa esordire i Primavera Milanese, Tripi, Boer, Ciervo, Darboe, Calafiori, Bove e Zalewski - e scommesse, l'obiettivo primario rimane sempre il quarto posto. Tuttavia,nonostante la terza piazza conquistata al giro di boa e il buon calcio espresso dai giallorossi, il crollo arriva inevitabilmente ancora una volta nel corso del girone di ritorno. Complici i tanti infortuni occorsi ai giocatori più rappresentativi, la squadra di Fonseca, nella seconda parte di stagione inanella ben 8 sconfitte, alcune delle quali clamorose contro squadre in lotta per non retrocedere. Oltre alla grottesca eliminazione in Coppa Italia contro lo Spezia, record negativo di questo campionato rimane l'incapacità di non aver mai vinto uno scontro diretto, eccezion fatta per il derby di ritorno. Alla fine dei giochi, il settimo posto (Conference League) ottenuto soltanto per differenza reti nei confronti del Sassuolo e un ottimo percorso in Europa League culminato però nella disastrosa semifinale di andata in casa del Manchester United, non bastano a Paulo Fonseca per ottenere una riconferma sulla panchina della Roma. I Friedkin, all'indomani della delusione europea, comunicano anzitempo che il mister, pur rimanendo in sella fino alla fine, arriverà a naturale scadenza di contratto ma non sarà rinnovato. Contestualmente la Presidenza annuncia, a sorpresa, l'ingaggio di un altro tecnico portoghese: nientepopodimenochè l'antico e acerrimo avversario Josè Mourinho.  


FONSECA DA' LA CARICA: "VOGLIO UNA ROMA CORAGGIOSA, TIFOSI AIUTATECI!"
Corsport 24 Giugno 2019 - intervista Roma Tv

“Essere il nuovo allenatore della Roma è un grandissimo piacere. Sono molto contento e molto motivato, è una grande sfida. Penso che tutti insieme potremo fare grandi cose qui a Roma. Quando la Roma mi ha chiamato ero molto contento, allenare la Roma è una cosa straordinaria, non ci ho pensato due volte. Essere l’allenatore di una squadra come la Roma è uno degli obiettivi di gran parte degli allenatori in Europa. Ho voglia di costruire qualcosa di speciale e qualcosa di diverso qui, con le mie idee. Qui possiamo fare grandi cose”.

“Con Pallotta abbiamo parlato delle mie idee, della società, delle idee del presidente. Penso sia stato un incontro molto proficuo. Abbiamo parlato di molte cose, ho percepito il sostegno del presidente, mi è sembrato molto interessato alle mie idee. L’incontro è andato molto bene”.


“La struttura mi ha fatto un’ottima impressione. Gli uffici sono molto belli, nuovi. C’è una bella atmosfera. Ora sono qui, conoscerò bene Trigoria, ma le prime impressioni sono molto positive”.

“Ora mi sento molto più esperto. Quella in Ucraina è stata una bellissima esperienza. Con lo Shakhtar ho vinto molto. Penso che questa sia una sfida diversa, il calcio italiano è diverso da quello ucraino. Sono pronto a iniziare a lavorare, a trasmettere le mie idee potendo contare sull’esperienza che ho maturato. Sono davvero molto motivato”.

“Mi ricordo molto bene lo stadio Olimpico, come mi ricordo bene quella partita. Abbiamo perso 1-0. È stato un momento difficile, ma allo stadio c’era un’atmosfera fantastica. Spero di poter vivere questa atmosfera in ogni partita a partire da ora. Ci aiuterà sicuramente, avremo bisogno dei nostri tifosi. Sono sicuro che ci saranno sempre e ci sosterranno come hanno fatto in quella partita”.

“Ho le mie idee e le voglio applicare. La cosa più importante è costruire una squadra coraggiosa, questo è l’obiettivo principale. Credo che con questi giocatori sarà possibile costruire una squadra coraggiosa, che non abbia problemi a confrontarsi con le squadre più forti e con quelle più piccole. Voglio che i miei giocatori dimostrino coraggio e anche qualità nel gioco che esprimeranno. Innanzitutto la squadra dovrà conoscere le mie idee, dovremo motivare i giocatori. Sono calciatori di grande qualità e credo che con il nostro modo di giocare cresceranno ulteriormente e miglioreranno, così migliorerà anche la squadra. Voglio giocatori coraggiosi perché non sarà semplice attuare quello che sarà il nostro stile di gioco. Credo molto nelle qualità di questi giocatori. Possiamo costruire una grande squadra”.

“Ai tifosi voglio dire che è nostra intenzione costruire qualcosa di speciale, qualcosa che li renderà orgogliosi di questa squadra partita dopo partita. Come detto, avremo bisogno del sostegno dei tifosi. Penso che tutti insieme possiamo costruire qualcosa di grande e proporre un grande calcio per renderli orgogliosi. Questa è la cosa più importante. Ma siamo certi che i tifosi saranno al fianco della squadra”.


Roma, Fonseca: “Ho meritato l'espulsione. Perché Massa ha cambiato idea?”
Il tecnico giallorosso ammette di aver esagerato nel finale della partita contro il Cagliari: “Non ho dubbi. Ma sul gol di Kalinic l’arbitro ha consultato il Var o no?”
Corsport - domenica 6 ottobre 2019 17:55

ROMA - “Ho meritato l’espulsione, non ho dubbi”. Paulo Fonseca ammette le proprie colpe ai microfoni di Sky Sport dopo il rosso rimediato nel finale della partita contro il Cagliari. “Nel primo tempo il fallo di Diawara non esiste e poi perché non ha consultato il Var? Il gol di Kalinic? Prima l’arbitro parla con un giocatore del Cagliari e gli dice che non è fallo. Perché ha cambiato idea? Fa con la mano il gesto per dire che non è fallo. Dopo ha consultato il Var o no? La questione è questa. Il giocatore lo chiama e l’arbitro dice “No”. Sul pareggio: “Abbiamo fatto una bella partita, con molte occasioni. Abbiamo creato tanto, ma questo è il calcio”


Fonseca accusa: "In Italia il metro arbitrale non è uguale per tutti"
Il tecnico della Roma: "Col Sassuolo non abbiamo perso per questo, ma francamente per me è difficile capire il motivo di tanti cartellini gialli. Non siamo una squadra che fa così tanti falli cattivi"
La Gazzetta dello Sport - 06 Febbraio 2020

“Ho capito cosa è successo a Reggio Emilia - dice Fonseca -. Non è stato solo un problema di mentalità: ho sbagliato tatticamente, i giocatori tecnicamente. Il problema è stato l’avvio, dopo i primi due gol la squadra ha perso equilibrio. Lì, in mezzo al campo, Diawara svolge quel ruolo in modo quasi perfetto, ma lo può fare bene anche Cristante. È solo una questione di posizionamento, riportare Mancini in mezzo al campo non mi sembra la soluzione giusta”. Poi Fonseca parla anche del problema di mentalità: “Ci stiamo lavorando su per migliorare, se vogliamo vincere dobbiamo sempre essere ambiziosi. Ma devo dire che la squadra mi ha dato sempre sensazioni buone da questo punto di vista, forse solo in 3-4 gare abbiamo sbagliato atteggiamento e mentalità”. Poi Fonseca ha chiarito gli episodi con Petrachi e Dzeko. “Non parlo di quanto succede nello spogliatoio, ma ribadisco che sono sempre io a parlare ai giocatori. E aggiungo però che siamo tutti insieme: squadra, allenatore e società. Abbiamo perso, ma serve equilibrio, senza fare drammi”. E poi su quel colloquio a fine partita con Dzeko: “Da quando sono in Italia penso di aver dimostrato che non sono uno che mente. Dzeko mi ha semplicemente detto di non parlare ancora con l’arbitro, che non sarebbe servito a nulla. Niente di più. Se non voglio trattare un argomento non ne parlo, ma se decido di affrontarlo non mento mai. Il suo riferimento ai giovani? Edin in realtà ha detto anche che siamo tutti responsabili, lui per primo. Le sue non mi sembravano critiche ai giovani, più un consiglio. Sulla mancanza di qualità, è normale che se si perde in quel modo un po’ di qualità sia mancata”.

“Pastore e Mkhitaryan si sono allenati normalmente, Micki un po’ meglio di Javier, che non sta benissimo per partire dal via. Al posto di Pellegrini ci può giocare proprio Mkhitaryan o Kluivert o Perotti. Abbiamo altre soluzioni. Kolarov? Giocatore di carisma, con una grande mentalità, uno dei leader dello spogliatoio. Vedremo domani se giocherà, ho ancora un paio di dubbi”. Niente Kalinic e Dzeko insieme, invece, almeno dal via. “Ci ho anche pensato, mettendo Dzeko magari un po’ più basso. Ma cambiare le abitudini di una squadra non è facile, con loro due in campo cambia completamente il modo di giocare. Può succedere in corsa, non dal via”. E i due giovani visti in campo a Reggio Emilia? “Carles Perez e Villar vengono da un calcio diverso, quello della Liga, hanno bisogno di ambientarsi. A Perez ad esempio ho chiesto quante squadre sono abituate in Spagna a giocare uomo contro uomo a tutto campo e lui mi ha risposto nessuna. Ecco, è bene che si prepari subito, perché qui sono tante e non è mai facile affrontarle”. Infine il passaggio sulle tante ammonizioni: “A Reggio Emilia non abbiamo perso per questo, ma francamente per me è difficile capire il motivo di tanti cartellini gialli. Una cosa l’ho capita, qui in Italia il metro di arbitraggio non è uguale per tutte le squadre. Di certo noi non siamo una squadra che fa così tanti falli cattivi”.


La Repubblica Sport - 04 Luglio 2020
Dagli Stati Uniti Pallotta fa sapere che "il futuro di Fonseca non è in discussione, ha il mio pieno sostegno". Il tecnico portoghese ringrazia ma sottolinea: "Io ho sempre sentito il supporto della società, del presidente e di tutto il club. Non mi sono mai sentito abbandonato. Che Pallotta fosse rimasto male per la sconfitta con l'Udinese è normale. Ero arrabbiato anche io dopo la partita". Chi si sente abbandonato è il tifoso della Roma che non si riconosce più in una squadra senz'anima. L'allenatore giallorosso prova a spiegare che succede: "Abbiamo problemi nella sistemazione in campo. Contro la Samp la squadra non era corta. Nelle altre due ci sono stati altri problemi", dice senza entrare nello specifico.

Fonseca, però, nega che la squadra sia influenzata dalle voci di una possibile cessione della società o che gli abbia confessato di essere stanca. "Non è vera nessuna delle due cose. Se penso di cambiare modulo? Come ho già detto, abbiamo la possibilità di giocare con la difesa a 3 o a 4. Devo dire che è quasi lo stesso. Se vediamo la partita iniziamo sempre 3, facciamo sempre la marcatura preventiva con 3 più 1. La questione della marcatura preventiva non è stata un problema in queste partite se non contro l'Udinese ma perché eravamo in 10. E' stata una partita diversa, abbiamo rischiato di più sulla seconda palla".

Il tecnico portoghese torna sui tanti cambi di formazione contro l'Udinese: "Ho cambiato chi ha giocato sempre, non quelli che non hanno giocato mai. E l'ho fatto perché ho fiducia in tutti i giocatori. Come ho già detto dopo la partita, non si può pensare solo ad una partita, ho pensato anche alla partita col Napoli. Ma ho cambiato tanto perché ho fiducia in tutti". Contro il Napoli Fonseca riproporrà dal 1' Dzeko: "E' logico, non ha giocato l'altra partita. Mkhitaryan? E' un'opzione forte, vediamo come starà Carles Perez. Ha corso molto e ha giocato bene, vediamo come sta fisicamente perché abbiamo giocato solo due giorni fa. Sono opzioni. Al di là di chi giocherà, dovremo scendere in campo per vincere, con cattiveria, per i nostri tifosi", conclude.





Corriere dello Sport - 23 dicembre 2020

ROMA - La Roma soffre ma vince. La squadra di Paulo Fonseca ha battuto 3 a 2 il Cagliari dell'ex Di Francesco grazie alle reti di Veretout, Dzeko e Mancini. A nulla è servita la doppietta di Joao Pedro, la Roma adesso è al terzo posto in classifica dietro soltanto a Milan e Inter. Al termine del match Paulo Fonseca è intervenuto ai microfoni delle emittenti televisive: "Sono soddisfatto. Era importanti vincere, non era una partita facile. Dobbiamo lottare fino alla fine pe i tre punti, ma non è un risultato giusto. Avremmo meritato un altro risultato, sono soddisfatto dei ragazzi e per i tre punti", ha dichiarato a Dazn. 


Roma-Cagliari 3-2: i giallorossi da soli al terzo posto

Qualcosa non ha funzionato nella difesa?
"Abbiamo avuto un momento difficile. Abbiamo le capacità per continuare a essere una squadra sempre concentrata". 

La scelta di Cristante in mezzo alla difesa?
"Non possiamo dimenticare che abbiamo avuto una partita intensa con l'Atalanta. Volevo far riposare alcuni giocatori, Smalling è tornato da poco ed era complicato per lui giocare più partite. Cristante? È una scelta di fiducia, mi piace quando gioca in difesa perché costruisce il gioco ed è importante per la squadra". 

Veretout e Villar a centrocampo?
"Devo pensare a tutte le soluzioni. Una rotazione tra Mkhitaryan, Pedro e Pellegrini? Sì, ho fiducia in tutti i giocatori. Pellegrini può giocare in entrambe le posizioni, oggi ha giocato più avanti e ha fatto bene. Per me è difficile dove farlo giocare". 

Dzeko al momento della sostituzione si avvicinato a lei. Cosa vi siete detti?
"L'intenzione era cambiare Dzeko perché era stanco e ha giocato tante partite. Quando abbiamo fatto gol Villar mi aveva detto di essere stanco, poi invece mi ha detto di voler proseguire e ho cambiato il bosniaco". 

Che 2020 è stato per la Roma? La classifica è buona…
"La prima parte della stagione è positiva, siamo terzi e per molti non era un traguardo possibile. La squadra ci ha sempre creduto, anche nei momenti difficili con Napoli e Atalanta: oggi abbiamo dato una buona risposta".

Farete qualcosa sul mercato?
"Iniziamo a pensarci adesso, sarà importante quando ritorneremo, abbiamo tante partite e dobbiamo scegliere bene".


La Roma torna al successo e approfitta dei passi falsi delle altre.
"Era importante vincere, abbiamo vinto bene. Il risultato non mostra ciò che è stata la partita, potevamo fare molto di più. Dopo l’Atalanta era importantissimo vincere oggi".

C’è stato un momento di calo…
"Sì, è normale perché l’avversario stava reagendo. Abbiamo preso un gol senza che il Cagliari creasse molto, noi abbiamo sbagliato molti gol. Ma abbiamo lottato fino alla fine".

Ha fatto riposare Smalling, Ibanez e Pellegrini. Li ha visti stanchi o secondo lei sono quelli che a Bergamo avevano sofferto di più?
"Erano stanchi, non possiamo dimenticare che Smalling è tornato da poco. Fare tre partite di seguito ora è difficile. Anche Ibanez era stanco, Pellegrini aveva un piccolo problema e ho deciso di non rischiare".

Per la stampa questa è una squadra con tanti problemi, però la Roma è terza. Cosa vuole rispondere a chi critica?
"Quando perdiamo vogliono distruggere la Roma. Accettiamo le critiche giuste, abbiamo perso con l’Atalanta. Ma in tutti i momenti in cui non vinciamo arrivano sempre gli stessi che vogliono distruggere la squadra. Stiamo facendo un lavoro importante per ottenere ciò che vogliamo. Prima del campionato nessuno avrebbe creduto a chi diceva che la Roma sarebbe stata terza. Ma il gruppo è unito".


Sull’1-1, traversa del Cagliari, lì la Roma l’ha cambiata ma anche loro potevano andare avanti
"Quanti palloni però abbiamo sbagliato prima di quel momento? C’è sempre la tendenza a dimenticare quello che facciamo bene. Abbiamo vinto, ma questo risultato non è giusto per me".

Avete i punti che avete meritato?
"Potevamo avere più punti. Se avessimo avuto 3-4 punti in più sarebbe stato più giusto. Abbiamo avuto momenti negativi come con Napoli e Atalanta, ma oggi abbiamo dimostrato di essere equilibrati reagendo bene a una sconfitta difficile".

Qual è il limite tra la squadra di Bergamo e di oggi?
"Sono state due partite diverse, contro avversari diversi. Per me l’importante è che la squadra, quando non vince, reagisca. E’ importante sentire che la squadra ha giocato con fiducia, voglia di giocare la palla, senza paura. Oltre ovviamente alla vittoria, che poteva essere più larga".

Ha ricevuto tante critiche: lei le ascolta?
"No, per mantenere l’equilibrio. A volte ho una squadra di comunicazione che lavora con me, mi fanno arrivare le notizie, ma non sono uno che dà importanza a quello che si scrive. Conta mantenere l’equilibrio, se sentiamo sempre quelli che gli altri dicono della squadra è difficile mantenerlo. Sono qui da un anno e mezzo, conosco quelli che vogliono il male della Roma, o chi aspetta un momento negativo della Roma per fare male alla squadra. Se sono critiche giuste rispetto il lavoro, ma qui c’è qualcuno che non è giusto. Si aspetta sempre che la Roma perda per ‘ammazzarla’ e non è giusto".

Vittoria meritata, ma resta quel blackout: sembrava di vedere quello che si è visto anche a Bergamo. E’ una questione fisica o mentale?
"Più mentale. Dopo il secondo tempo con l’Atalanta, è normale che possa esserci una reazione del Cagliari, che però non ha creato molto. E’ una questione mentale, volevamo vincere tanto questa partita. Abbiamo magari pensato che potevamo vincere giocando più indietro, ma merito anche al Cagliari".

Pedro ha messo lo zampino sui gol, forse più stanco Mkhitaryan: dipendete molto da loro. Le farebbe comodo un’alternativa
"Vediamo, pensiamo a quello che possiamo migliorare nella squadra. Mkhitaryan ha giocato tutte le partite, è normale che sia stanco. Tanti auguri a tutti i giornalisti e i tifosi, buon Natale e un felice anno nuovo".

Corriere dello Sport - 16 Gennaio 2021








Nessun commento:

Posta un commento