martedì 26 giugno 2012

INGHILTERRA - ITALIA 0 - 0 poi 2 - 4 d.c.r. - Tutto e il contrario di tutto…la sterile Italia di Prandelli riesce a battere, non solo l’Inghilterra, ma anche il “nemico” tradizionale: i calci di rigore



Tutto e il contrario di tutto…la sterile Italia di Prandelli riesce a battere, non solo l’Inghilterra, ma anche il “nemico” tradizionale: i calci di rigore. Roba da non credere! gli Azzurri approdano, contro ogni pronostico, alla Semifinale di Varsavia che, giovedì prossimo, ci vedrà opposti alla strafavorita Germania.

England v Italy - UEFA EURO 2012 Quarter Final

Sul terreno dell’Olimpico di Kiev, la Nazionale italiana ha prodotto un buon volume di gioco ma purtroppo ha evidenziato i problemi già venuti a galla nelle precedenti gare dell’europeo: una cronica fatica in fase di realizzazione.
Si parla di grande vittoria, addirittura di impresa paragonabile a quella che settanta e più anni fa fecero Meazza e compagni in quel di Highbury – Londra. Peccato che, però, ieri sera, in campo mancavano gli Inglesi. Chissà…sarà stata una mera conseguenza dell’operato di Capello ma, in vita mia, mai avrei pensato di vedere l’Inghilterra giocare con un catenaccio degno di un Cesarone Maldini ed esprimere una pochezza calcistica davvero disarmante. Se l’alternativa a Don Fabio è quel carneade di Roy Hodgson che spera di risolvere i problemi, ormai atavici, dei Maestri del calcio lasciando il povero Wayne Rooney in compagnia dell’inguardabile Carroll, gli inglesi stanno messi proprio maluccio. E quando il mio ricordo di pallonaro appassionato di Premiership corre dall’epico Stanley Matthews fino ai più recenti Gascoigne, Platt e Lineker, sinceramente, a vedere l’attuale condizione dell’Inghilterra, mi scende una lacrima di nostalgia.



Ma veniamo a noi: l’Italia ha cuore, questo l’abbiamo detto già dalla partita d’esordio contro la Spagna, la squadra è un pò cresciuta sul piano del gioco ma non segna neanche per sbaglio. Ieri sera è vero, siamo stati un pò sfortunati ma gli avversari, secondo me, erano addirittura meno propositivi dell’Irlanda e, in qualche modo, si sarebbe dovuto chiuderla prima…perchè spesso siamo anche noi, con i nostri errori sottorete, a volerla indirizzare verso la roulette russa dei rigori.
Sinceramente qualche dubbio su Cassano (per le note cause di salute giunto all’Europeo fuori forma lento e poco ispirato) e sul gossipparo Balotelli (continuamente osannato da Mamma Rai appena tocca palla ma, quando dovrebbe, spesso risulta poco preciso e reattivo), viene legittimo. Saranno dubbi impopolari ma personalmente credo che nell’arco di queste partite, nonostante i gol segnati all’Irlanda dai due attaccanti titolari, Di Natale e Giovinco o, perchè no, anche Borini, avrebbero meritato qualche minuto in più. In sintesi: nell’ordine, siamo molto lontani dagli attacchi della Spagna, del Portogallo e dei Tedeschi. Prandelli, almeno ieri sera, pur avendo avuto dalla sua la scusante dei cambi forzati e, di conseguenza, una squadra finita incerottata sotto la vigoria fisica degli avversari, finora, si è sempre incaponito sulle solite scelte.



Per fortuna non si parla di sole spine: l’Italia non ha molti piedi dorati ma, quando ce le mette, possiede palle d’acciaio come poche Nazionali al mondo: in primis la regalità di Andrea Pirlo (il cucchiaio fatto a Joe Hart in situazione di svantaggio durante la lotteria dei rigori ha lanciato gli azzurri e squagliato i Tre Leoni), la maestosità di Daniele De Rossi, sfortunatissimo nel cogliere il palo dopo due minuti ma monumentale in fase di interdizione, il cuore di Diamanti, giunto in Azzurro dopo una gavetta durata anni, il fiato di Balzaretti e la puntualità di Gigi Buffon. Un Buffon ancora una volta salvatore della patria sebbene ormai da giorni sia perennemente polemico col malcapitato Mazzocchi. Non ce ne voglia il Gigione Nazionale ma, gestendo un pò meglio le continue uscite a vuoto dopo Milan-Juve e la storia delle scommesse, avrebbe evitato le fastidiose stilettate della stampa. Però, come uomo di campo, Buffon il carisma ce l’ha e, in campo, fa sempre la differenza. Il carisma che alla fine potrebbe essere decisivo.



Per quanto concerne la mancanza di classe in fase realizzativa o comunque di attacco, sarò monotono e conservatore, ma a mio giudizio le cause sono da ricercarsi principalmente in una Serie A che inneggia ai giovani ma che continua, di fatto, ad affidarsi quasi ciecamente agli attaccanti stranieri accondiscendendo, sia nelle prime squadre sia, trend preoccupante, nelle squadre Primavera, ad una proliferazione di ragazzi sudamericani (e non solo) comprati a due lire e spesso rivenduti ai top club intascando milioni di euro. Altro dato preoccupante è quello dell’assenza di una Nazionale Under 20 che riesca almeno a raggiungere i mondiali di categoria. Tra le prime quattro squadre d’Europa, due (Spagna e Portogallo) hanno costruito le loro attuali fortune proprio sull’Under 20 e sulla precoce immissione dei giovani talenti nella Nazionale Maggiore. La Germania, dopo aver toccato e raschiato il fondo per buona parte degli anni ’90 e dello scorso decennio, ha deciso di ripartire proprio dall’Under 20 che ha consegnato al parruccatissimo Loew tanti talenti che hanno riportato la Nationalmannschaft a fasti che erano ormai considerati perduti nella notte dei tempi.
Perchè noi non facciamo altrettanto? Questa sarebbe la domanda da porre a Super Abete, Albertini e compagnia bella.



Probabilmente la musica cambierà quando la smetteremo di avere paura e di pavoneggiarci soltanto per acquisti megagalattici senza curarci di costruire una generazione di talenti. Con la paura addosso, nello sport, non si vince mai. Pirlo ce lo ha ricordato proprio ieri sera prendendosi gioco del tanto temuto dischetto, nostro tradizionale spauracchio.

Essere in semifinale è praticamente un miracolo…proviamoci fino in fondo

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