domenica 6 ottobre 2013

INTER - ROMA 0 - 3




Milano - Stadio G. Meazza - Sabato 05 Ottobre 2013 ore 20.45
INTER - ROMA 0 - 3

INTER: Handanovic; Rolando, Ranocchia, Juan Jesus; Nagatomo, Taider (57′ Kovacic), Cambiasso, Guarin (69′ Milito), Pereira (46′ Icardi); R. Alvarez; Palacio. All.: W. Mazzarri.
ROMA:  De Sanctis; Torosidis, Benatia, Castan, Balzaretti; Pjanic (57′ Taddei), De Rossi, Strootman; Gervinho, Totti (80′ Dodò), Florenzi (70′ Marquinho). All.: R. Garcia.

MARCATORI: 18′, rig. 39′ Totti; 44′ Florenzi
ARBITRO: Tagliavento (Terni)


Il risultato potrebbe far pensare ad una gita giallorossa all’ombra della Madonnina. Così non è stato. L’Inter di Mazzarri, data, assieme alla Roma, e a giusto titolo da tutti i media come squadra sorpresa di questo inizio stagione, ha fatto valere la sua fisicità, il suo carattere fornendo una buona prestazione soprattutto per quanto riguarda il possesso palla e riuscendo a rendersi pericolosa in più di una occasione su tiro dalla distanza.

Ci siamo chiesti per tanti giorni come i giallorossi avrebbero approcciato questa partita delicata, la prima stagionale contro una cosiddetta “grande”. Gli uomini di Garcià hanno atteso, contenuto senza concedere mai troppo, fondendo con rapidità e precisione le due fasi di gioco, rimanendo concentrati per tutta la partita e colpendo con freddezza e cinismo al momento giusto per chiudere il discorso all’intervallo. In poche parole, per dirla alla Caressa, si sono comportati da top team (pure con Toro in campo al posto di Maicon).

La qualità di un centrocampo orchestrato da Kevin Strootman, centrocampista di indubbia potenza e di rara capacità di lettura del gioco, in pratica un campione vero nonostante la giovane età, e da un Daniele De Rossi, bisogna ammetterlo, restituitoci ai livelli della Nazionale, quello, per intenderci, delle murature e dei repentini rilanci. Questo assetto, oltre a permettere al minuto Pjanic di non affondare tra i gorghi degli avversari, ha reso praticamente invalicabile il baluardo difensivo Benatia-Castan. Gli avversari sono così spesso costretti alle conclusioni dalla lunga distanza e, quando la palla passa, De Sanctis è reattivo o, alla peggio, è reattivo il palo (segnale di stagione buona).

2) Florenzi-Gervinho: Settepolmoni ha imparato a gestire meglio le sue infinite energie ed il ruolo che gli ha confezionato Garcià gli permette di arrivare più lucido in zona gol rispetto all’anno scorso. Gervigno di Gullit avrà solo le treccette ma la sua rapidità, in una serie A tecnicamente scarsa, riesce a fare ben oltre la differenza. E se Handanovic non fa il miracolo, l’ivoriano avrebbe calato il poker.
Attenzione: i due corridori sono spesso interscambiabili (primo gol – Florenzi supporta Balzaretti a sinistra mentre nel secondo gol conclude da destra) e questo, oltre a spaesare le difese avversarie, lascia molta più libertà all’azione taumaturgica di Capitan Totti.

La rabbia agonistica di un collettivo che si è fatto umiliare da tutta l’Italia pallonara per due anni e che dal 26 Maggio scorso ha mangiato soltanto (scusate il francesismo) pane e merda. Un esempio su tutti è il Balzaretti posseduto che si butta come una furia su una palla persa dall’Inter per far nascere il vantaggio giallorosso. 

4) Rudi Garcià: nessuno di noi avrebbe scommesso un euro su questo allenatore francese-andaluso che conoscevamo più per l’interpretazione del Porompompero su youtube che per i trofei vinti a Lille (anche lì non se lo aspettava nessuno). 

5) Capitan Totti, il più grande giocatore italiano! E sono 230!!!!

















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