domenica 3 novembre 2013

TORINO - ROMA 1 - 1


Torino – “Stadio Olimpico” – Domenica 3 Novembre 2013 – ore 20.45
TORINO – ROMA 1-1

TORINO: Padelli, Darmian, Glik, Moretti, D’Ambrosio, Basha, Gazzi, Cerci(90′ Maksimovic), Barreto(59′ Immobile), Meggiorini, El Kaddouri  (75′ Bellomo). A disposizione: Gomis, Berni, Bovo, Masiello, Pasquale, Brighi. All: Ventura
ROMA: De Sanctis, Maicon, Benatia(73′ Marquinho), Burdisso, Balzaretti, Bradley, De Rossi, Strootman, Pjanic, Borriello(67′ Ljajic), Florenzi(88′ Dodò). A disposizione: Skorupski, Lobont, Taddei, Caprari, Jedvaj, Torosidis, Romagnoli, Ricci, Di Mariano. All: Garcia

MARCATORI: 28′ Strootman, 63’Cerci
ARBITRO: Banti di Livorno


Prima o poi doveva succedere. L’undicesima vittoria di fila sarebbe stata davvero troppo per tutta la Serie A. Detto questo, mi sembra più che evidente la totale insufficienza di Banti nel dirigere la gara. Spesso tentennante, un falletto non visto, un golletto regalato, un rigoretto non fischiato, cartellini gialli tirati fuori anche per le carezze e la Roma si ferma a dovere in modo tale da farla rimanere a un tiro di schioppo dalle inseguitrici.

Arbitro a parte, la Roma di Torino mi è piaciuta. Considerate le assenze del Capitano e di Gervigno, che ovviamente si sono rivelate più lunghe del previsto, considerate le tre partite in sette giorni (di cui due in trasferta) contro altrettante compagini spigolose, non riesco proprio a vedere il bicchiere mezzo vuoto, anzi…dopo il gol del pari dell’ex Cerci (l’unico davvero in grado di impensierire l’ottimo De Sanctis), i giallorossi hanno reagito da grande squadra mostrando carattere, denti (ottimo l’approccio di Ljajic e, secondo me, anche il Pjanic più avanzato) e chiudendo il Torino in clinch nella propria area. Se il gol vittoria non è arrivato si è trattato probabilmente soltanto di sfortuna.

Tuttavia occhio al comprensibile calo fisico che tra infortunati, squalificati e un ritmo che va a palla dalla fine di Agosto, si è notato durante i primi 20 minuti della ripresa. L’allungamento della squadra ha esaltato i guizzi di Meggiorini e Cerci, bravi cmq a venirsi a prendere palla o a fare sponda quasi a centrocampo per poi scendere in velocità sulla fascia e tagliare repentinamente al centro per la conclusione, che hanno visto i propri effetti amplificati anche dalle sviste del fischietto livornese.
Sono particolari importanti anche perchè i giallorossi hanno una panchina più corta rispetto alla Juve e al Napoli e le vittorie, sono spesso figlie dei particolari.











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