mercoledì 24 agosto 2016

ROMA - PORTO 0 - 3




Roma - Stadio Olimpico - Martedì 23 Agosto 2016 - ore 20.45
Champions League - play off - ritorno
ROMA - PORTO 3 - 0


ROMA: Szczesny 4; Bruno Peres 5,5, Manolas 6, De Rossi 2, Juan Jesus 4,5; Nainggolan 7, Paredes 5 (42' Emerson 2), Strootman 7; Salah 5,5, Dzeko 5 (15' st Iturbe 5,5), Perotti 5,5 (41' st Gerson sv). A disp.: Alisson, Totti, Fazio, El Shaarawy. All.: Spalletti 5 

PORTO: Casillas 6; Maxi Pereira 6 (47' Layun 6,5), Marcano 6,5, Felipe 7, Telles 6,5; H.Herrera 6,5, Danilo 6,5, André André 6; Otavio 7 (10' st Oliveira 6), André Silva 6 (21' st Adrian 6), Corona 7. A disp.: Sa, Neves, Varela, Evandro. All. Espírito Santo 6,5.

ARBITRO: Marciniak (POL) 6MARCATORI: 8' Felipe, 27' st Layun, 30' st Corona





Inaffidabili e come al solito amaramente deludenti nelle occasioni che contano. Anche i sampietrini sapevano cosa cosa si sarebbe dovuto mettere in campo per avere ragione di una squadra non trascendentale come il Porto. E invece, dopo le illusioni dell'andata e dell'esordio in campionato contro l'Udinese, eccoci qui a commentare l'ennesima figuraccia internazionale condita da momenti di follia vera e propria e dai soliti crolli psicologici che, a questo punto, potrebbero tradizionalmente compromettere la stagione appena nata.




Testa e piedi - Si aspettava questo preliminare da otto mesi? A noi non sembrava. I giallorossi partono lenti, timorosi, convinti di non poter essere migliori di un Porto che non sarà più quello di una volta ma che surclassa la Roma sia in personalità che in palleggio. Così ecco che Paredes sbaglia due passaggi sulla trequarti, ecco che loro prendono una punizione dal vertice sinistro, ecco che Jesus si perde l'uomo. Colpo di testa e Scesni a farfalle. Felipe ha vendicato il fatale autogol dell'andata.

Il dramma vero, però, è che la reazione non arriva: Dzeko è il solito pachiderma inconcludente, Perotti e Salah giostrano mai pungere troppo Casillas, Peres è arrivato da due giorni e, in questi contesti, si vede. La palla arriva sempre lì lì ma nessuno riesce mai a impattarla o a trovare la giusta forza per buttarla dentro. Manca l'anima e l'azione corale, di squadra. Finché De Rossi e Palmieri, con le loro nefandezze comportamentali, non certificano che pure quel briciolo di testa rimasto per abbozzare mezza azione è completamente partito. Nel finale, con la Roma in nove uomini, il Porto dilaga nonostante Nainggolan e Strootman ricalchino la gloriosa fine del Generale Custer a Little Big Horn. Commoventi ma, alla fine dei giochi, parliamo di spiccetti. Hanno vinto gli indiani di Espirito Santo, quelli che combattendo in silenzio, non si arrendono mai. Alla prima partita seria, gli yankees vanno a casa con l'impressione che, rispetto alla scorsa stagione, sia cambiato davvero molto poco. Infatti alcuni giocatori, forse più o meno validi per la serie A, alla fine risultano fortemente inadeguati a livello europeo o nelle partite da "dentro o fuori".


Proclami e Tattiche suicide - Per la prima volta sul banco degli imputati sale anche Spalletti. Prima per aver fomentato il mondo con i soliti proclami poco umili ("Siamo più forti", "Pjanic chi?", la Juventus è vicina) sconfessati da scellerate scelte tattiche (De Rossi centrale di difesa, Palmieri di nuovo in campo, Iturbe schierato nel tragicomico finale, il Capitano malinconicamente finito in panca ad osservare l'ultima Champions che sfuma). Caro Lucianone, sai quanto ti vogliamo bene, ma in certi casi la modestia è oro. Ci è cascato Luis, ci è cascato Garcia. Non fare la stessa cosa.


Società inadeguata - "Chi muore per la Roma?"...per cortesia risparmiateci 'ste cazzate se non siete capaci di vincere nemmeno un play off in casa, contro questo Porto e con un risultato favorevole all'andata. La faccia cerulea di Nosferatu Baldissoni la dice tutta da anni. Una società che non programma e cincischia per mesi nelle trattative al fine di risparmiare due spicci per poi buttare nella mischia giocatori arrivati da appena due giorni. Una società che non ha mai soldi per comprare o rinnovare giocatori forti ma che foraggia un largo stuolo di pseudo dirigenti. Stagioni che nascono nel segno della precarietà con calciatori 
(ieri Pjanic, oggi Manolas) che fremono per cambiare aria (a questo punto anche giustamente perchè a Trigoria non c'è nè dinero nè gloria). Morale: se nei quadri non ci metti gente che ama la Roma (tipo Bruno Conti, Boniek e simili) e che facciano capire a muso duro cosa significa giocare nella Roma, i risultati, nei momenti topici saranno sempre questi. E se l'Italia pallonara juventina ci prende per il culo,  forse ha tutte le ragioni per farlo. A meno che al caro Geims interessi  per davvero non vincere nulla.


E ora sotto con la coppetta Uefa ruzzicando sugli insidiosi campi dell'Uzbekistan. E' giusto così.



IL FILM DELLA PARTITA



40.000 persone all'Olimpico ma il tifo non è più quello di un tempo.



Paredes durante un'azione di gioco. L'argentino parte in cabina di regia ma fallisce l'impatto con la partita che conta. Da un suo errore in fase di costruzione scaturisce l'azione che determina il primo gol del porto. Paredes sarà sostituito dopo l'espulsione di De Rossi. 
Il vantaggio dei portoghesi è firmato Felipe che sfugge a un "marmoreo" Juan Jesus e batte Sczeszny, facendosi perdonare l'autogol dell'andata
De Rossi "chiude" la partita con un fallaccio su Maxi Pereira. L'arbitro Marciniak espelle Capitan Futuro, tra i principali responsabili della disfatta. 
"Aspettachemolaprendoooo" - Ancora una volta Dzeko si segnala per la pesantezza e la poca incisività sotto porta. Contro l'Udinese ci aveva illusi non poco....

Un'altra partita da dimenticare per Emerson Palmieri. Entrato al posto di Paredes, il brasiliano non azzecca nulla e, nella ripresa, si fa espellere per un bruttissimo fallo su Jesus Corona. Non ce ne voglia nessuno ma non sembra essere un giocatore da Roma.
Con la Roma ormai ridotta in nove uomini, Strootman (diventato capitano) è uno tra gli ultimi a mollare. Dopo un'inizio poco convincente, si ritrova a lottare contro tre uomini ad azione. E non soccombe.

Un immenso Nainggolan sbuca fuori dalla morsa difensiva del Porto. Il ninja, migliore in campo, ha lottato su ogni pallone. Un esempio per come si onora la maglia.
                       
E nella ripresa si "rivede" anche Iturbe
Un maldestra uscita di Sczeszny permette a Layun di segnare lo 0 a 2. Sull'Olimpico e sulla Champions della Roma cala il sipario. 
Dopo pochi minuti, Corona sfugge a uno sfinito Manolas e sigla il terzo gol del Porto.
Totti osserva amareggiato l'ultima Champions che corre via. Spalletti non gli ha concesso nemmeno un quarto d'ora.

Errata gestione tattica, errori di comunicazione nei giorni precedenti la partita più importante. La Roma "retrocede" in Europa League e fallisce il primo traguardo stagionale vanificando la bella rimonta dello scorso girone di ritorno. Compromesse anche le strategie di mercato per il mancato pass in Champions, Spalletti dovrà correggere e correggersi.

LA STAMPA








(foto giornali da www.asromaultras.org)


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