venerdì 20 febbraio 2015

AUTOAFFONDAMENTO CASUALE O TANTI ERRORI CLAMOROSI?




Il Campionato è già andato da un paio di giornate, la Coppa Italia bruciata al vento come un mozzicone di sigaretta, l'Europa League, salvo miracoli sportivi, è prossima al commiato. La stagione della Roma, iniziata ad Agosto tra trionfalismi di ogni genere, sta pian piano svelando la cruda silouhette del fallimento. E siamo ancora a Febbraio. In questi mesi si è parlato tanto dell'effetto Bayern, di quella mazzata storica che avrebbe lasciato conseguenze indelebili sul morale dei nostri giocatori. Va bene, ci può stare, ma secondo noi, si tratta soltanto della piccola parte di un mosaico che presentava già dalla scorsa estate diverse tessere tremolanti attualmente in fase di crollo assieme alla forma fisica della squadra. Max è un mio amico, romanista fino al midollo; lui percepisce la Roma e difficilmente sbaglia. Eravamo all'Olimpico per Roma - Fenerbahce, presentazione della squadra, e continuava a ripetermi "c'è qualcosa che non va...che nasce storto". Certo c'era Benatia pronto ad andarsene, quasi costretto a fare quel moscio giro di campo, c'era Strootman out fino ad Ottobre, per carità, però ripensandoci, è vero. Quella sera aleggiava una sensazione di incompletezza percepibile ma, sul momento, difficilmente realizzabile. Adesso le cose sono più chiare e l'analisi più evidente pur sperando di sbagliarmi del tutto e di venire seccamente smentito dal campo da qui alla fine della stagione.

1) L'IMPERSONALITA': ERRORI DI GESTIONE "STORICI" PRE-RUDI GARCIA




Alla base di un tonfo clamoroso ci sono da sempre errori pregressi, secondo noi riconducibili alla genesi della Roma Americana, diluitisi nel corso della scorsa stagione e riaffiorati con la ricomparsa delle difficoltà in campo. Parliamoci chiaro: Pallotta non sarà mai un presidente presente in pianta stabile a Trigoria. Non conosce il mondo Roma e, secondo noi, discorso stadio a parte, manco gli interessa più di tanto. Tuttavia questo non è il problema più grande. Negli USA si fa così. E poi avete mai visto in faccia il Presidente del Manchester United, dell'Arsenal o gli azionisti del Bayern Monaco? No: a Manchester ci sono Van Gaal e Giggs con il vecchio Ferguson ancora a visionare sugli spalti, ad Arsenal c'è il secolare, seppur discusso, Wenger, cmq un maestro nello scovare talenti ogni anno, a Monaco gente del calibro di K.H. Rummenigge e dell'onnipresente Kaiser Franz Beckenbauer che, oltre agli acquisti onerosi, da grandi uomini di calcio quali sono, sanno bene come gestire la situazione e i vari protagonisti sul rettangolo verde e sulla panchina.

A Trigoria invece che succede? Bruno Conti, la storia della Roma e un pezzo di storia dell'Italia Mundial, è stato retrocesso, anche con fare saputo, a visionare i pulcini. Lui che per anni ha saputo scovare decine di giovani talenti e convogliarli in giallorosso (non ultima l'intercessione di Brunetto per l'acquisto di Raja Nainggolan). Lui che avrebbe dovuto ricoprire da subito il ruolo di vice Pallotta, di occhio degli americani a Roma, di uomo immagine, messo all'angolo per favorire gente come Fenucci e l'attuale d.g. Baldissoni, moscio, impersonale, inesperto, secondo noi semplicemente inadatto a ricoprire il ruolo che riveste nella Roma. Un d.g. che nemmeno il 26 Maggio e i sette gol del Bayern sono riusciti a scalzare dalla poltrona.

A proposito di Bruno Conti: ricordo un episodio risalente al 2005, quando arrivò a Roma Lucianone Spalletti. C'era Cassano svogliato che non si allenava, si veniva dall'anno dei quattro allenatori. Si racconta che la prima cosa che Brunetto fece in quel di Trigoria fu quella di affiggere negli spogliatoi le dieci regole del romanista. Era in atto una rifondazione ma le radici dovevano essere ben chiare. Cassano se ne andò a Madrid con l'appellativo di mela marcia. Quelle stesse radici invece sono state messe in naftalina e ancora non si vuole recuperarle.

2) LA ROMA NON SI E' RAFFORZATA

Se fino a Dicembre nutrivamo ancora qualche dubbio nel merito, oggi, purtroppo è una certezza. La Roma non si è rafforzata e nulla è cambiato da quando si doveva fare autofinanziamento cedendo ogni anno un pezzo pregiato per non affogare nei debiti che, senza vittorie, saranno perennemente presenti.

Centrali difensivi: persi Benatia e Castan, la Roma si è ritrovata con Manolas, giovane, bravo ma, per tanti motivi, non pronto come il suo predecessore, e a rotazione con Yanga-Mbiwa (giunto a Roma per fare la riserva e poi schierato titolare non appena sceso dall'aereo) e Astori (partito pure lui come riserva e che di buono ha fatto vedere poco o nulla). Romagnoli, forse il migliore tra i tre, è andato in prestito alla Samp. La Roma ha perso tantissimo nell'efficacia della sua azione che, ricordiamo, lo scorso anno partiva spesso dai break palla al piede e testa alta dei due centrali difensivi. E' evidente la differenza con i protagonisti odierni, più propensi alla rottura del gioco avversario e al lancione scarso di fosforo o al passaggio al mediano che quindi, di conseguenza, è costretto ad abbassare il proprio raggio di azione e il baricentro generale con il rallentamento del gioco. 

Centrocampo: il reparto che secondo noi più ha risentito di questa involuzione. Qui purtroppo l'infortunio di Strootman è risultato determinante. La corsa, la forza, i recuperi, gli assist e i movimenti senza palla dell'olandese assicuravano una cesura invalicabile tra attacco e difesa e non permettevano al già lento De Rossi di schiacciarsi all'indietro, regalando metri preziosi all'avversario sulla trequarti, e di correre il triplo. Di conseguenza il povero Nainggolan, indomito gladiatore ma non ai livelli di Strootman come visione di gioco, è stato costretto a giocarle tutte con il gravoso compito di cantare e portare la croce fino al logico sfinimento. Per di più il Ninja non è assistito dai suoi sbiaditi compagni di reparto: DDR e soprattutto Pjanic, che secondo noi dopo quattro anni di promesse non mantenute, era l'uomo da vendere la scorsa estate per puntare a un rafforzamento effettivo della rosa. Probabilmente nessuno, in Europa, avrebbe però sborsato 40 milioni per un calciatore tecnicamente dotato ma dalla personalità evanescente e dal genio troppo discontinuo.

Attacco: Constatato che il solo Gervigno (il quale non è un goleador) è ancora l'unico a creare panico, ma non come lo scorso anno, nelle aree di rigore avversarie, c'è da registrare l'evoluzione, ma non ancora totale, di Adem Ljajic, probabilmente l'unico serbo al mondo che pecca di cattiveria sportiva seppur dotato di due piedi d'oro. Iturbe, 31 milioni, si è rotto quando iniziava a farsi vedere. Capitolo Destro: se proprio si doveva vendere, secondo noi, non era adesso il momento. Primo perchè qualche gol in più poteva farlo, secondo perchè se lo sostituisci con Dumbià è quasi inutile parlare. Ma le casse a Trigoria sono vuote e tant'è.

Laterali: Torosidis buono contro avversari di livello medio-basso, Holebas a indisciplina tattica vale più o meno Dodò. Ha piedi peggiori ma è fisicamente migliore. Secondo noi può fare la riserva ma nulla più. Con il calo di Maicon alla falla sulla sinistra si è aggiunta pure quella a destra.

Rottamati: De Sanctis e soprattutto Maicon (che manca tantissimo rispetto all'anno scorso) hanno un anno in più.

Totti: Quando è in palla fisicamente la Roma è sempre lui ma ha un anno in più e sempre meno compagni di alto livello lì davanti, quindi deve giocare sempre esponendosi a un folle sovraminutaggio che spesso lo spompa rendendolo tutto tranne che un valore aggiunto.

Bidoni: Cole. Secondo noi non è vero che gli inglesi non capiscono il calcio italiano. Platt e un quarto di Gascoigne lo capivano bene perchè erano campioni. Per l'ex Chelsea il discorso è differente: si tratta di un ex giocatore da quel rigore fallito contro l'Italia a Euro 2012 che è venuto a svernare in giallorosso.

Florenzi: Rappresenta un discorso a parte perchè ha pagato più di tutti l'involuzione della squadra trovandosi schierato, tra un pò, anche in porta. Merita soltanto applausi per la dedizione a questi colori.
























La differenza tra la rosa 2013-2014 e quella attuale































3) FORMA FISICA. ERRORI DI GARCIA E POCA VOGLIA DEI GIOCATORI

Acclarato che il preparatore Rongoni sarebbe da cacciare immediatamente, Rudi Garcia si è trovato in una situazione molto più complessa rispetto allo scorso anno. Si veniva dalle rovine del 26 Maggio e qualsiasi cosa sarebbe stata meglio di quell'umiliazione. La campagna acquisti fu accompagnata da un pizzico di fortuna e arrivò il secondo posto (con sbrago nelle ultime giornate - non dimentichiamolo). Confermare questa crescita, puntare seriamente a vincere scudetto (o Coppa Italia) avendo di mezzo la Champions non è facile, specialmente se piazzi un incompetente come preparatore atletico e se si abbassa il livello tecnico della squadra. Finchè ha retto la forma fisica, ha retto il gioco. Poi è crollata pure la testa e il morale.

In più il tecnico francese, lo scorso anno, era praticamente uno sconosciuto a cui in questa stagione l'esasperante tatticismo della Serie A ha immediatamente preso le misure ridimensionandone di molto lo spessore specialmente dal punto di vista tattico. Questo ha rivelato un'incapacità, per certi versi clamorosa, da parte dello stesso Garcia nel formulare un nuovo modulo di gioco. In più alcune dichiarazioni troppo guascone ma secondo noi dette in buonafede, in quanto forse fanno parte del personaggio, hanno finito per esporlo in cattiva luce di fronte a tutta l'Italia pallonara.
Detto degli indiscutibili errori di Garcia, attenzione però a non rendere con troppa facilità il mister un capro espiatorio: l'allenatore ha dalla sua il fatto di non avere più a disposizione l'assetto difensivo e di centrocampo che aveva a disposizione durante lo scorso campionato. Ha dato fiducia, anche mediatica,  a Pjanic e non è stato ripagato dal suo pupillo. Probabilmente ha sbagliato a non puntare troppo su Destro ma forse non voleva neanche uno come Dumbià lì davanti. I nomi dei giocatori da lui graditi li ha fatti, ma nessuno è arrivato. L'impressione è che a differenza dello scorso anno, Garcia abbia dovuto farsi andare bene una direzione di mercato che puntava più a far cassa crogiolandosi sugli allori che a potenziare la rosa da mettere in mano al tecnico per poter vincere un trofeo. Questo fattore non è da sottovalutare specialmente nel caso ci fosse un'altra squadra estera con più danari a disposizione che, già dall'estate scorsa, magari sta tentando le ambizioni sportive del nostro Rudi. Per carità, è soltanto una sensazione dovuta a qualche rumour ancora non attendibile però sappiamo bene quanto questa gestione societaria sia maestra a rivoltare l'ambiente contro chi, per un motivo o un altro, è già destinato a fare le valigie...

Gli allenamenti: è un problema che soltanto a Trigoria non si riesce a risolvere. La Juve corre, l'Empoli corre, il Parma corre, le inglesi corrono, persino il Feyenoord ci ha dominato ieri sera nel secondo tempo. E' evidente che alla Roma non ci si allena a dovere e che la società non è presente. Non è detto che semmai lo fosse, potrebbe tirare fuori gli attributi per mettere alla berlina e cacciare definitivamente le famose mele marce...


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