mercoledì 14 ottobre 2015

LE LEZIONI DI LIEDHOLM AL "TRE FONTANE"




In questi giorni il pensiero torna veloce a uno di quei sabati di oltre trent'anni fa...sarà stato l'82, l'83 o l'84...ma che importa. La sostanza era che il giorno prima della trasferta, generalmente il sabato mattina, a poca distanza dalla partenza, la Roma si allenava sul campo delle "Tre Fontane" all'Eur. 

All'epoca il calcio era totalmente diverso: non esistevano barriere, allenamenti secretati, fughe dalle porte posteriori e cyber cinguettii. Si varcava il cancello d'ingresso del campo senza alcun controllo e ci si appollaiava sulle tribunette metalliche a pochi metri dagli eroi dell'infanzia. Li avevi tutti lì: Falcao dirigeva il gruppo come Toscanini la Filarmonica sul podio della Scala, Diba scagliava le sue micidiali punizioni su quelle scorticate sagome che gli facevano da improvvisata barriera. Brunetto sgroppava sul manto erboso regalando preziosismi brasiliani. 

Poi, in mezzo al campo, c'era un attempato signore. Felpa grigia, pantaloncini neri e zuccotto floscio a strisce giallorosse in testa. Nelle mani uno dei primi timer digitali e l'inseparabile fischietto. Mai un gesto inconsulto, mai un urlaccio nei confronti dei suoi. Tuttavia dai movimenti in campo si percepiva che, con classe e carisma, a discapito di quell'aspetto un pò buffo, era in grado di poter assemblare un perfetto meccanismo calcistico. Ogni suo intervento si concludeva con il tipico sorriso di chi ha la piena percezione di se stesso e di ciò che lo circonda. Di chi è in grado di trasmettere la libertà e l'amore verso lo sport e, contemporaneamente, il rispetto nei confronti dell'avversario. I suoi ragazzi probabilmente lo amavano per questo.

In quei giorni, sugli improvvisati spalti metallici del "Tre Fontane", mi innamorai del calcio e della Roma.

Giovedì scorso Nils Liedholm, Liddas, Il Barone, avrebbe compiuto 93 anni. 

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