giovedì 8 dicembre 2016

ALTRI MONDI - CHAMPIONS LEAGUE





VERDETTI FINALI CHAMPIONS LEAGUE

In tutti questi mesi, nell'orbita Roma, si è parlato di "mentalità vincente", "squadra di livello", "vittorie importanti"...allora parliamo in due righe dei verdetti finali dei gironi di Champions.

MENTALITA' VINCENTE

Real Madrid v Borussia Dortmund 2-2 è un esempio di quello che significa avere in campo campioni veri (e non solo Cristiano Ronaldo) ma soprattutto la mentalità vincente. Tecnica, intensità e voglia di vincere: novanta minuti di spettacolo calcistico che l'autentico appassionato dovrebbe ammirare ogni giorno. Mi vorrei soffermare sul Dortmund di Tuchel, il quale non avrà l'aspetto del condottiero folle alla Klopp ma che a mio parere possiede le stimmate dell'ottimo trainer. Ha messo su un gruppo di giovani pazzesco nonostante la partenza di un pilastro come Hummels e nonostante gli attuali affanni in Bundesliga e la perenne sudditanza verso il Bayern (contro il quale ha però vinto lo scontro diretto). I gialloneri dispongono di risorse tecniche notevoli come Schmelzer, i due francesi Dembelè e Aubameyang (bomber di razza), il giovane turco-danese Emre Mor, il sottovalutatissimo Schurrle, il figliol prodigo Goetze e il Maestro Reus, a mio parere uno tra i migliori calciatori degli ultimi anni, forse frenato molto dalla sua testa, ma che pagherei di mia tasca per vederlo indossare la maglia della Roma. Ma quello che mi ha stupito ieri sera è stata l'intensità dei tedeschi al Bernabeu, la voglia di riacciuffare i galacticos e cavalcare le stelle in testa al suo girone. Quella voglia che ai giallorossi servirebbe come il pane contro Milan e Juventus e che Spalletti deve trasmettere ai suoi, indipendentemente se Strootman potrà giocare o meno. Cmq chi affronterà il Borussia agli ottavi si troverà di fronte un avversario davvero ostico.

                             
                                
Real vs Borussia: il video


IL PORTO DI ESPIRITO SANTO

"Il Porto è in crisi", "non vince più il campionato da anni", "non è più quello di una volta", eccetera eccetera. Lo dicevamo tutti ad Agosto prima del preliminare. Il Porto di Nuno Espirito Santo, invece, non solo ci ha spedito nell'Europa dei poveri con le ossa rotte ma, dopo aver rifilato la "manita" al Leicester di Ranieri, è arrivato agli ottavi di finale con una squadra, Casillas a parte, priva di grandi nomi ma non di sostanza. Andatevi a vedere i vari Andrè Silva, Otàvio, Brahimi e Jesus Corona e poi ne riparliamo.

Andrè Silva a segno contro il Leicester


ARSENE E VECCHI MERLETTI

Poi c'è l'Arsenal del vecchio Arsene Wenger, sempre alla ricerca della pietra filosofale, sempre in ritardo rispetto alle strombazzate di Man City, Chelsea e Mourinho, ma sempre tessitore di merletti calcistici importanti. Come la rosa di quest'anno che nel girone Champions stacca il quotato Psg e chiude facendo danni a casa del Basilea, cliente non sempre facilissimo, specie tra le mura amiche. Ozil ma non solo: Mustafi, Xhaka, il redivivo Walcott, Giroud e l'ex Udinese Alexis Sanchez in stato di grazia. I Gunners ci sono e i cannoni sono carichi.

Arsene Wenger a bordo campo a Basilea


LE ITALIANE

Napoli e Juve entrambe qualificate. Benissimo la squadra di Sarri che espugna alla grande il Da Luz di Lisbona con una partita perfetta. Callejon, Insigne e Mertens, quando girano, sono spettacolari. In crescita anche Diawara. Una compagine che dal centrocampo in su è capace di regalare serate elettrizzanti come quella di ieri contro il Benfica. Dietro, e secondo noi non è una novità, iniziano i dolori. Tra Hysaj, lo stagionato Albiol e il tostissimo Coulibaly (in Champions bisogna però verificarne il valore) la velocità spesso non è quella dei grandi scontri, specialmente se il pacchetto arretrato è preso in profondità. Cmq il primato è tutto meritato esperiamo che il Napoli possa andare avanti.

Callejon gela il da Luz di Lisona. Il Napoli è primo nel girone Champions

La Juve: luci, specialmente contro il misero Zagabria, e qualche ombra mitigata dallo Stellone perennemente aleggiante su Vinovo e dintorni. Se Lacazette non avesse clamorosamente graziato i bianconeri in più di una occasione (segnare 20 gol in Francia non significa essere fenomeni) e se a Siviglia si fosse giocato in parità numerica, chissà cosa sarebbe successo. Tuttavia la Juve, il cui valore tecnico in Italia resta indiscutibile, si è dimostrata ampiamente all'altezza di un girone alla sua portata. Vedremo se lo sarà anche nelle partite contro le grandi d'Europa. Le potenzialità e le intenzioni per arrivare in fondo ci sono tutte.

Higuain a segno contro la Dinamo Zagabria. Negli ottavi la Champions attende la vera Juventus

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