mercoledì 27 marzo 2019

ITALIA - LICHTENSTEIN 6 - 0




L'ultima volta che la Nazionale ha vinto 6 a 0 avevo probabilmente i calzoni corti. Bravi i giovani, ottima l'intenzione di squadra che non tira i remi in barca dopo il raddoppio, Mancini si gode il trionfo in uno splendido Tardini come un imperatore di ritorno dal fronte. Onori anche per Evani e Oriali che muove il capoccione in segno di assenso ad ogni marcatura azzurra. Insomma, "tutto molto bello" come avrebbe esclamato il buon Bruno Pizzul. Non dimentichiamoci però che l'avversario si chiamava Lìcchestain, per dirla come Paola Ferrari durante la diretta Raisport, e che fargli sei gol in superiorità numerica, con tutto il rispetto per il minuscolo granducato, ancora una volta per i nostri rappresentava il minimo sindacale. Cinque glieli aveva rifilati, due anni fa, addirittura la Nazionale di Ventura. Il record si presentava, pertanto, obbligatoriamente migliorabile.



Cose buone: Praticamente tutto. A differenza di quanto visto contro la Finlandia, il centrocampo stavolta giganteggia. Segna Sensi (e, a sentire quel nome, per noi sono già ricordi belli), Verratti sembra Ardiles, Giorgigno passa sopra ogni cosa che gli si ponga davanti, Politano cerca il gol alla Shingo Tamai, Mosè Kean, ogni volta che scende, apre le acque, Quagliarella a 36 anni pare un Padreterno e perfino Pavoletti finisce nel registro marcatori all'esordio in azzurro. Poi ci sono i nuovi: Mancini, Spinazzola, la conferma di Romagnoli, Izzo ecc. ecc. In attesa delle sfide vere contro Grecia e Bosnia siamo primi in classifica. Piedi per terra e pedalare.



Romanisti in campo: Zaniolo, nella ripresa. Bene anche lui anche se liscia il gol per due volte. Soltanto sfortuna. Arriveranno momenti migliori.



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