giovedì 10 settembre 2015

THUNDERBOLT IL VICHINGO




La storia racconta di calciatori che dopo aver percorso migliaia di chilometri, dopo aver calpestato milioni di fili d'erba, dopo aver vinto trofei e vissuto la sensuale rudezza del pallone, hanno vestito la casacca giallorossa lasciandoci un pezzo di cuore per l'eternità. 

John Arne RIISE  è sicuramente uno di questi: la sua storia calcistica inizia in Norvegia, nel profondo Nord per continuare a Montecarlo dove vince campionato e coppa. Poi il grande salto con il nostro amato Liverpool. Con la maglia dei Reds vince tutto ciò che un calciatore possa sognare di vincere fino ad arrivare a mettere le mani sulla Coppa dalle grandi orecchie. 




Ad un certo punto arriva però il momento di accostare un pò di giallo a quel rosso che a noi, dal 1984, evoca tanti amari ricordi. E così eccolo, Thunderbolt, arrivare dalla grigia Merseyside fin sotto al Colosseo. Le storie dei due club si intrecciano fatalmente ma sono così diverse. La familiarità con l'italiano non è quella che John aveva con l'inglese. Riise, però, non cambia. L'umiltà e la generosità nel gettare il cuore oltre l'ostacolo gli fanno superare i primi, comprensibili, problemi di ambientamento con un calcio totalmente diverso da quello che aveva vissuto fino a rivelarsi uomo decisivo, caratteristica tipica del campione.

Il suo gol arriva contro tutte le squadre più forti, spesso in trasferta: Inter, Milan e Juve conoscono molto bene la zampata di Thunderbolt il vichingo che, alla fine, si innamora di Roma e della Roma. Un rapporto purtroppo durato soltanto tre stagioni ma un amore ancora vivo e vegeto se è vero che per lui "Totti è la cosa più vicina a Dio in una squadra di calcio".  





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