giovedì 31 marzo 2016

LE INDIMENTICABILI: IL DERBY DEL 3 a 3


Dedicato a chi ha onorato le stracittadine, a quell'atmosfera magica, alla Curva Sud che ribolliva d'amore...

Zeman e il derby. Un binomio stonato all'origine, sull'una e sull'altra sponda del Tevere. Se quando il Boemo sedeva sulla panchina laziale fu Carletto Mazzone a fargli rimanere amara la frase madre "Il derby è una partita come tutte le altre", da tecnico romanista Sdengo incappò nei "4 su 4"firmati Sven Goran Eriksson. Un'esperienza a dir poco allucinante dal momento che nell'annus horribilis '97-98 la Roma uscì sempre sconfitta dalla stracittadina e, in un confronto di Coppa Italia, fu addirittura il pòro Gottardi a mettere ko i giallorossi.

Tuttavia il ricordo di uno dei derby più belli di sempre resta legato proprio alla figura di Zeman. E' il 29 novembre del 1998. Il primo Lazio - Roma dopo il filotto biancoceleste. La paura è tanta. Il film può partire: Tele+, la prima pay tv di sempre, trasmette la partita. Un giro di telefonate tra amici per scegliere il posto in cui vederla, la tensione che sale. Ma sì andiamo a Trastevere, dai. Conosco un posticino.... Si entra, ci si siede, si ordina. Uno sguardo in alto: il ristorante è tutto una sciarpata laziale. "Cazzo è già cominciata", "Annàmo via, sentìmo la radio". Ma è troppo tardi per pagare e andarsene: fin dalle prime battute di gioco il Dio del calcio ha deciso che quella sarà una partita speciale.


Al 25', Pierino Wome, uno che aveva due tombini al posto dei piedi (in Camerun è ancora ricercato dopo aver sbagliato un calcio di rigore), azzecca probabilmente la cosa migliore in tutta la sua carriera. Apertura di sinistro che sembra disegnata da Giotto, difesa della Lazio aperta in due e zampata vincente di Cammellone Delvecchio con Marchegiani a farfalle. Il proprietario ci guarda male ma adesso non possiamo più andar via. Passano tre minuti e la Lazio, all'epoca una corazzata, pareggia: lancio chilometrico di Mihajlovic per Mancini che, senza vedere il pallone arrivare alle sue spalle, batte Zucchina Chimenti sul suo palo con un sinistro al volo di rara bellezza. Il mio amico Massi attenta al mio udito: "Ma chi ccazzo se lo tiene!". Poi scende il silenzio. Lo dicevo io che avevamo segnato troppo presto...


Secondo tempo: si mette subito male. Punizione dal vertice sinistro, Mancini scappa a tutti, colpo di tacco e la Lazio va sopra. Stavolta è il proprietario del ristorante a strillare. Massi, da sempre esteta del bel gioco, si alza e applaude con sorprendente sportività il gesto tecnico del Mancio. Forse spera in uno sconto. La partita però sconti non ne fa (specialmente alla Roma). Farina manda fuori Petruzzi per doppio giallo dopo un "fallo tattico" sul Matador Salas. Ma il peggio deve ancora venire. Pierino Wome, tornato piedi di ghisa, si fa prendere il tempo da Salas e stende il cileno in area. Rigore netto. Scongiuri di ogni tipo...anche in serbocroato. 3 a 1 dello stesso Salas dagli undici metri. E il "5 su 5" sembra realtà. Arriva il proprietario del locale che in maniera sapida ci fa una proposta indecente: "Ahò...stasera ve fàmo lavà li piatti". 

E mentre la cucina sembra attenderci in maniera tenebrosa, la partita prende una piega inaspettata, anzi, incredibile. minuto numero 78': rimessa lunga di Wome (sempre lui) dalla sinistra, bella sponda di Di Francesco per il Capitano. Serpentina di Totti in piena area che si porta a spasso tutta la difesa laziale, centro per l'accorrente Di Francesco che con una "puntata" manda la palla nel sacco. Il volto di DiFra è una maschera di rabbia. Sdengo in panca è pietrificato nonostante si sia acceso la decima sigaretta. Non possiamo finire la serata a lavare i piatti.



All'82 l'apoteosi: Delvecchio gioca ad asso pigliatutto con lo sbarellante Couto, la palla finisce al limite dell'area dove arriva Totti. Protocucchiaio che supera Marchegiani e poi il boato: della Sud, di Massimo Marianella in tv e di noi al tavolo. Massi, rosso come un peperone, ha gli occhi fuori dalle orbite: "Tottigòòòòòòòò!!!". Qualcuno lancia un "Cragnotti pijatelander....". Il Capitano ha segnato il suo primo gol in un derby. 3 a 3...incredibile. Poi la prima di quelle magliette tanto care agli aquilotti "29-11-98 Ragazzi Carica!". Franco Sensi che strilla in tribuna come un tifoso. Se lo abbracciano tutti come se fosse il papa. Il proprietario ritorna mesto in cucina. "Gufo laziale stavolta t'è ita male!".



Ma incredibilmente non è finita: punizione magistrale di uno scatenato Totti, testa di Delvecchio e palla in rete.  3 a 4!!! Follia pura a una manciata di minuti dal novantesimo. Stavolta ci alziamo in piedi. "Nun te pagamo...laziale nun te pagamo!". Ma Farina annulla un gol validissimo e il risultato torna in parità. L'oste la scampata. Per noi, nel mezzo dei vent'anni, la notte è ancora piccola. Tra canti, cori e goliardie varie si torna a casa soddisfatti. E'stata come averla vinta. E il giorno dopo il Corriere dello Sport dedica la prima a Totti definendolo "Spettacoloso". Nell'epoca dei "petalosi" e delle curve vuote un pò di rimpianto c'è.  

   
Foto: asromaultras.org

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