sabato 16 aprile 2016

ALTRI MONDI: L'ATLETICO MADRID PUO' ESSERE UN ESEMPIO?

                                    

Nei giorni in cui si ricomincia a parlare di calciomercato e, per quanto riguarda la Roma, delle solite cessioni necessarie per garantire plusvalenze e sopravvivenza, la Champions League rilancia prepotentemente lo stile Atletico Madrid. Una compagine che da sempre è costretta a vivere all'ombra del più blasonato Real ma che da qualche anno a questa parte sembra aver definito una strategia che le ha consentito di vincere titoli e soprattutto di riproporsi ad altissimi livelli nonostante qualche cessione eccellente determinata dal fatto di non aver a disposizione le faraoniche valute di qualche sceicco, del re di Spagna o di qualche grande gruppo industriale.

Certo, il "cholismo" di Diego Pablo Simeone, rappresenta sicuramente un'arma in più a disposizione dei colchoneros in fatto di tattica e di forza mentale ma a guardare bene le statistiche, la "garra" del tecnico argentino che anni fa transitò a Catania senza troppi sussulti, và a fare scopa con un impianto di squadra non soltanto ben funzionante ma anche di finissima caratura. La difesa, combattiva ed arcigna, subisce pochi gol (16 le reti prese in campionato) mentre l'attacco gira su medie addirittura spettacolari (56 centri). Inoltre basti pensare all'assist di Saul proprio nella gara di Champions contro il Barcelona o a quello di Koke per El Nino Torres nella partita di andata al Camp Nou per rendersi conto di cosa stiamo parlando.

Ma l'"Atleti" come è arrivato a fondere in maniera sublime tanta qualità con una quantità gladiatoria dopo aver rimesso mano più volte alla squadra?


                                    

  • INTELLIGENTE GESTIONE SOCIETARIA
Dopo i disastri dell'epoca di Jesus Gil, l'amara retrocessione in Segunda Division e la promozione ottenuta soltanto due stagioni dopo, l'Atletico Madrid nel 2003 è acquistato dal produttore cinematografico Enrique Cerezo. Quindi niente sceicchi, cinesi, americani, teste coronate o potenti gruppi industriali. Solamente un'intelligente gestione societaria che inizialmente ha investito tutto sull'unico talento che in quel momento il vivaio proponeva, ossia Fernando Torres.

Poi, a partire dal 2005 l'innesto di un altro prodotto del vivaio, Gabriel Frenandez Arenas detto Gabi (attuale capitano), venduto al Saragozza e ritornato al Vicente Calderon nel 2011, e dell'all'epoca 17enne talento argentino Sergio Aguero, intorno al quale saranno costruite le prime fortune del nuovo corso dell'Atletico Madrid.

Nel 2008 arriva il primo piazzamento in Champions League grazie al 4 posto ottenuto nella Liga e nel frattempo la squadra, grazie alla cessione di Torres al Liverpool, si è rinforzata con gli acquisti di Thiago Motta, Simao e Diego Forlan.

Nel 2010, il cambio di passo: si ricorre ancora una volta al vivaio con gli innesti del portiere De Gea e Koke mentre le prodezze di Aguero e Forlan permettono all'Atletico di vincere l'Europa League, trofeo che riporta i colchoneros alla gloria dopo un decennio di buio totale. Le cessioni di Maxi Rodriguez e di Sinama Pongolle, nel frattempo, fruttano 20 milioni di euro circa.

                                 

Il 2010-2011, nonostante la conquista della supercoppa europea, non va come previsto anche se si registrano gli arrivi di Diego Costa e di Godin.

Il 2011 è l'anno decisivo: arriva Simeone in panchina e le cessioni di Aguero e De Gea vengono compensate dagli arrivi di Courtois, Filipe Luis, Radamel Falcao (che diventerà la stella della squadra), Arda Turan, l'ex juve Diego, Miranda e Juanfran. Nel frattempo arriva anche la seconda Europa League.

Dopo una stagione transitoria che vede il bis in supercoppa europea (4 a 1 al Chelsea), ecco il 2013 con gli innesti di Alderweireld e David Villa e la danarosa cessione (60 milioni circa) di Falcao al Monaco. Il risultato è la vittoria nella Liga a cui si aggiunge l'esplosione di Diego Costa e la finale di Champions League persa ai supplementari contro il Real Madrid.

Il resto è storia recente: via David Costa al Chelsea per 38 milioni mentre in entrata arrivano Griezmann, Mandzukic e Cerci (poi ceduti a Juve e Milan) oltre ai ritorni di Gabi e Fernando Torres. Il 2014 - 2015 porta un terzo posto e la squadra cambia ancora attingendo dal vivaio (Saul, Hernandez e Oliver) o comunque accaparrandosi anche Ferreira Carrasco (più volte, in passato, accostato alla Roma) e l'ex viola Savic mentre ulteriore denaro arriva dalla cessione lampo in Cina dell'ex stella del Porto Jackson Martinez (42 milioni).


                                      
  • L'ALLENATORE, UNA MARCIA IN PIU'
Simeone rappresenta sicuramente l'uomo ideale per una compagine che fa della passione sfrenata il carburante supplementare per raggiungere risultati altrimenti impensabili. Preparazione fisica, mentale e un carisma traboccante hanno permesso all'argentino ex Lazio di rivestire il ruolo fondamentale di raccordo ideale tra squadra, già di per se ben assortita, e tifosi. Un trait d'union in cui la figura del Cholo diventa indiscutibilmente quella del leader carismatico.


                                     

  • IL VICENTE CALDERON
Lo stadio è il cuore della caldissima tifoseria dell'"Atleti". Uno stadio non nuovissimo, dalla forma particolare ma amatissimo dai supporters biancorossi che, a discapito di tutto e tutti, lo considerano come autentica roccaforte della propria passione calcistica. E' singolare come nonostante l'accordo e la realizzazione (che doveva essere ultimata entro il 2014) del nuovo impianto Parque Atletico de Madrid, bocciato dalla torcida madridista, l'Atletico Madrid giochi al momento ancora al vecchio Vicente Calderon. 

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