sabato 2 aprile 2016

IL DERBY DI ROMA RISCHIA DI DIVENTARE UNA PARTITA COME LE ALTRE?



E' arrivato il derby di ritorno! Ma in quanti, effettivamente, se ne sono accorti? Al di là dei titoloni giornalistici e dei tradizionali sfottò serpeggianti a scuola, al lavoro e nei luoghi di aggregazione, quello di domani ci sembra una stracittadina dalle tinte abbastanza sbiadite.

Certamente la notevole distanza (18 punti) che separa Roma e Lazio in classifica, influisce non poco sul carico passionale dei tifosi verso la partita. Basti pensare al 26 Maggio o all'infuocatissimo derby di ritorno della scorsa stagione che valeva l'accesso diretto in Champions League e in un attimo ci si fa subito un'idea.

Tuttavia, nonostante un percorso stagionale che oggettivamente, tra giallorossi e biancocelesti, è agli opposti, questo Lazio - Roma presenta alcune analogie di fondo che non possono essere sottovalutate.




CONFUSIONE SOCIETARIA
Quello che viene subito all'occhio è la confusione societaria in cui versano le squadre capitoline. La Roma è reduce dal crack Garcia il quale, pur non avendo mai perso un derby nel corso della sua permanenza a Trigoria, ha compromesso non poco la stagione giallorossa. Nel bel mezzo di un inverno durissimo è arrivato Spalletti che ha invertito la tendenza ma che non ha placato le chiacchiere intorno al futuro del d.s. Sabatini e sulle strategie di mercato del club di Trigoria. In casa Lazio invece non è mai smontata la feroce contestazione nei confronti di Claudio Lotito e di gran parte della dirigenza, contestazione amplificata da una stagione fallimentare sotto ogni aspetto.




CALCIOMERCATO IN USCITA E LE BANDIERE AMMAINATE
La Roma ha disputato la Champions League fino agli ottavi di finale. Verissimo. Ma la sensazione è sempre quella di un club pronto a cedere annualmente i propri pezzi migliori in caso di "proposta indecente", per poi ricominciare da zero un discorso che, da cinque anni, ha portato più delusioni che trofei.

In un momento strategico della stagione in cui ai tifosi si dovrebbero offrire certezze ecco, puntuale, il toto-cessioni pompato un pò da tutti i media senza che da Trigoria arrivino secche smentite: prima Pjanic, poi Manolas, poi Nainggolan e via dicendo fino a Nura e Sadik. Non ci lamentiamo se poi i giocatori non danno il fritto in campo, sovente alimentando le chiacchiere con dichiarazioni scomposte del tipo "a Roma sto bene ma se arriva pinco pallino ci parlo" o "Roma è fantastica ma il mio cuore batte Arsenal". A quel punto il profilo di un' "Udinese di alta quota", con tutto il rispetto per la compagine friulana, è d'obbligo. Se poi si aggiunge l'ormai cancrenoso caso Totti, a nostro parere penoso per come è stato gestito dal club giallorosso, e i rumours su una prossima avventura made in Usa di Ddr, ammainando le bandiere finisce per ammainarsi anche la passione. Quindi, giocoforza, nonostante le fatue chiacchiere scudettate d'inizio Agosto, il derby, dopo il terribile ko con lo Spezia in Coppa e la prevedibile uscita Champions contro il Real Madrid, rimane la solita consolazione "co' l'ajetto".

La Lazio che, invece, di fatto, durante la scorsa estate non ha vissuto calciomercato, rischia di perdere un pò tutti i pezzi pregiati: Klose è in età geriatrica, Mauri pure, Candreva è desiderato da tanti club, per Felipe Anderson si attende l'offerta da capogiro. A Formello, per conquistare il minimo obiettivo di un campionato deludente, si spera nell'acuto del singolo giocatore che però a Giugno potrebbe volare via dalla riva biancoceleste del Tevere.



STADIO VUOTO
Come ciliegina sulla torta ecco la querelle curve e la protesta anti Gabrielli che, di fatto, priverà questo derby di entrambe le scenografie e soprattutto della passione rendendo l'Olimpico semi vuoto. Per la prima volta nella storia della stracittadina le tifoserie romaniste e laziali seguiranno la partita in due "roccaforti" differenti, distanti dallo stadio, lasciando deserte la Curva Sud e la Curva Nord.

Pertanto, parafrasando le antiche dichiarazioni di Zdenek Zeman, non è che Roma - Lazio rischia per davvero di diventare "una partita come tutte le altre?"

  

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