martedì 11 ottobre 2016

IPSE DIXIT....SABATINI SPECIAL




  1. SCUDETTO - La Roma vincerà uno scudetto non so quando, ma non smetterò di fumare (2011)
  2. LOTITO - Ovviamente mi inquieta un po' parlare di Lotito. Non posso dimenticare che è stato il mio presidente. Da lui pretenderei che non dica che un signore non può parlare in quanto dipendente, perché è una dichiarazione da padrone delle ferriere (2014)
  3. TOTTI I - Totti è la luce sui tetti di Roma, confermandolo a pieno titolo al centro del progetto: "Totti è innominabile, è una divinità. Totti è il progetto tecnico della Roma. Intorno a lui la Roma sarà modellata. Totti è come la luce sui tetti di Roma, dilaga, non va mai via (2011).
  4. IL PROGETTO - Non sarà certamente un piano quinquennale di staliniana memoria, vogliamo fare molto prima e se non dovessimo riuscirci qualcuno avrà sbagliato (2012)


                                 

  5. IL PROGETTO II - Avevo fatto un riferimento ad un programma quinquennale di memoria staliniana. Non è così, ovviamente, perché il calcio necessita di tempi diversi. Noi siamo in divenire, voi inerosabilmente e inevitabilmente fate un bilancio e parlate di annata fallimentare (2012)
  6. BENATIA I - Devo dire che una cassa di risonanza impropria è stata prodotta attraverso dichiarazioni di Sissoko, che considero un menestrello alla ricerca di una corte che lo alberghi, spara sentenze, ipotizza prezzi di giocatori. Ha detto che gli sembra congruo un valore di mercato di 30 milioni, che io considero il prezzo del piede sbagliato di Benatia (2014)
  7. BENATIA II - Benatia valeva 60 nel momento in cui parlavo di quel prezzo, parlavo del monolite Benatia, tenuto in piedi da un fuoco sacro che assemblato alle sue qualità tecniche ne ha fatto un giocatore straordinario. Il Benatia ceduto a 28+4 era il simulacro. Il calcio è fatto di situazioni contingenti, il Benatia di maggio nella mia testa pensavo di  ripristinarlo alla normalità. Quando si facevano i cartelli si scriveva astenersi perdigiorno, ma era un mio reale convincimento che il giocatore valesse 61 milioni. Il monolite si è disgregato per convincimenti e desideri, mi sono limitato a vendere un ottimo giocatore e un ottimo difensore può essere venduto a questa cifra (2014)
  8. BENATIA III - Benatia è un mio idolo e gli ho voluto bene. Ci sono voluti due o tre mesi a Roma per far capire che fosse un bel giocatore, dicevano che era molto lento. Lui è un fenicio, sta facendo il suo mercato per luglio. Ma il Bayern Monaco non lo cede, togliete questo nome di mezzo. Benatia sta già facendo il commercio per luglio, perché adesso il Bayern Monaco non lo dà. E intanto mette le bollette a mollo (2015)

                               
  9. IL GATTO MACULATO - Pjanic? Forse neanche lui parte, dipende se riuscirò a compiere una manovra a coda di gatto maculato (2016)
  10. GARCIA - Ha ricevuto proposte che si possono definire irrinunciabili, ma intende onorare il suo contratto. Non andrà via da Roma fino a quando non avrà vinto lo scudetto (2014)
  11. ZEMAN - Non abbiamo preso Zeman per farci uno scudo spaziale e difenderci tutti, permettendoci di fare sciocchezze. Noi vogliamo Zeman perché lui coincide con l'idea di calcio che abbiamo sempre voluto (2012)

                                  
  12. TOTTI II- Gli darei il premio nobel per la fisica. Le sue giocate non sono riproponibili e il calcio perderà moltissimo. Le sue traiettorie e parabole hanno rimesso in discussione Copernico, Keplero e la teoria della relatività. Totti, però, costituisce un tappo. Porta con sé una luce abbagliante, un sole che oscura tutto il resto del gruppo di lavoro, che è subordinato a questo.
  13. LAMELA - Cederlo mi ha ucciso. Ho imposto questa operazione al mio arrivo per dare da subito un segnale di forza e presenza, andando ad ingaggiare un predestinato. Fu un'operazione complicata, per far capire il valore e il peso della nostra società

                                    
Ricordo di aver stimolato una rivoluzione culturale nella mia prima conferenza stampa: in questo - confessa Sabatini - risiede il mio vero fallimento. Non dei risultati sportivi o nella gestione del trading, visto che ho portato la Roma  a sedersi a tutti i tavoli del calcio che conta e considerato che ho reso la Roma un'insidia per tutti, ad ogni latitudine: credo di non aver centrato l'obiettivo di far pensare ai calciatori, ai tecnici e ai dipendenti di Trigoria, che la vittoria non debba essere vissuta come possibilità, ma come una necessità.

Nessun commento:

Posta un commento